La sfida ad altissima tensione fra i due che si candidano a guidare il Paese - riedizione di quella stravinta 5 anni fa da Macron - va in scena fra 48 ore e la sinistra litiga da una vita. Uno degli obiettivi di Macron era quello di superare i vecchi schieramenti, ed è stato centrato senza alcun dubbio.
La sinistra - a parte Mélenchon - è svanita nel nulla con i socialisti al 2% dietro ad Anne Hidalgo, la sindaca di Parigi molto meno apprezzata fuori dal "périphérique". La destra gollista si è autodistrutta scegliendo una candidata, Valérie Pécresse, che ha perso oltre la metà dei voti dei Républicains in pochi mesi di campagna, ed è ora sotto al 10% (Francois Fillon, in pieno scandalo alle passate elezioni, prese quasi il 20%). La novità Eric Zemmour si è sgonfiata in poche settimane, e il polemista è finito anche lui sotto quota 10%, ma il suo serbatoio di voti sarà certamente prezioso al secondo turno per Marine Le Pen.
A 48 ore dal voto, lo scarto fra i due contendenti è ai minimi di sempre secondo l'ultimo sondaggio Elabe: 26% a Macron, che un mese fa stava oltre il 30%, e 25% a Le Pen, che allo stesso momento era sotto il 20%. Ipotesi di ballottaggio, che fino a qualche giorno fa faceva già tremare i polsi a molti francesi con appena 5 punti di scarto: il presidente uscente al 51%, la sfidante al 49%, meno di così non si può. Cinque anni fa, la sfida finì con il 66% a Macron e il 34% a Le Pen.
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