L'esercito israeliano, ma credo sia una pratica innata anche nelle maggiori istituzioni del paese, ha una figura chiave nella catena di comando di ogni organo operativo che ha il compito tassativo di criticare ogni linea d'azione, evidenziare tutte le criticità di un progetto, demolire ogni convinzione positiva con le quali chi è autoconvito della bontà del proprio operato si appresta ad agire. Il tutto con lo scopo di valutare con obiettività la robustezza di un progetto e prendere a priori i dovuti accorgimenti. In pratica un bastian contrario, appellativo che spesso mi viene dato, che deve spegnere i facili entusiasmi, dire di no quando è necessario, vedere ciò che non va anche quando tutto sembra andare per il meglio, criticare quando tutti applaudono.
Invece questa società sembra più adatta agli yesman che, per paura o lecchinaggio, hanno timore reverenziale nel criticare apertamente le debolezze di una visione apparentemente comune e chi detiene il potere non fa che alimentare questo sistema circondandosi di falsi consiglieri salvo poi pagarne sonoramente le conseguenze
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