- La conosco otto anni fa, vive in un altro paese ma decidiamo di provare a stare insieme. La facciamo funzionare.
- Sei anni e mezzo fa, per un incrocio di eventi, viviamo sei mesi assieme, dopo i quali…
- Sei anni fa mi lascia perché sono troppo triste. Io accetto senza un lamento perché sono troppo triste per montare un’arringa di difesa e non abbastanza egoista per contrapporre quello che voglio io a quello che vuole lei. Insomma non ci provo neanche. Torniamo a vivere in paesi diversi.
- Non smettiamo di sentirci.
- Cinque anni fa ci facciamo una settimana insieme in un paese terzo. Si parla, si scopa, ma senza impegno perché siamo persone adulte (non ci crede nessuno, confidenze reciproche fatte più avanti riveleranno la mendacità di entrambi)
- Nel corso dei due anni successivi io ho una storia sentimentale di meno di un anno che finisce pateticamente e che col senno di poi non doveva neanche cominciare, lei nel frattempo fa
dating con molto disagio ma visto che “Questo è quello che fa la gente” lo fa anche lei senza cavarne granché. Non smettiamo di sentirci.
- Nel frattempo io per vari motivi cado (o meglio, realizzo di essere da parecchio) in una depressione devastante - di cui il mio ritardo sentimentale e relazionale è forse causa, forse conseguenza - dalla quale sto ancora cercando di uscire e ad oggi non posso dire neanche di vedere la luce, alla peggio forse riesco ad ammettere con fatica qualche minimo passo avanti.
- Tre anni fa (un mese prima che conoscesse il tipo con cui - CREDO - sta tuttora) ci vediamo di nuovo perché mi propone di andarla a trovare qualche giorno. Si parla, si scopa, si crea uno strano
vibe che dura un mese in cui le cose diventano via via più equivoche - con tanto di momento nonmisonovenutesichiameràNemoseunmaschioSaraseunaf emmina

- finché io non le chiedo nero su bianco cosa stiamo facendo, lei mi risponde “Ammetto di essermelo chiesto anche io ma non sarebbe una cosa sensata, comunque mi sto vedendo con uno il che mi aiuta a considerare ogni possibile sviluppo fra noi una cosa insensata”.
- Non smettiamo di sentirci, in particolare in prima pandemia ci sentiamo di continuo, praticamente giornalmente con qualsiasi scusa, anche se il fatto che se vuoi un tipo con cui parlare tutti i giorni questi dovrebbe essere il tuo ragazzo rimane una specie di verità-non-detta-che-aleggia
- Nel frattempo loro diventano coppia ufficiale e non appena si sblocca la situa fuggono dai lockdown della grigia Albione rimbalzando nell’assolata Europa insulare facendo i nomadi digitali, si lasciano e rimettono assieme, ritornano ad una condizione comune di sedentarietà nordeuropea (lei su ‘sta cosa ha dei problemi esagerati, smettere di correre verso “di meglio” per lei vuol dire morire dentro e fallire nella vita, non mi stupirei se fosse stato uno dei loro motivi per lasciarsi ma non mi è stato detto e io non ho chiesto) e alternativamente fin già da quando erano in giro per isole o una volta ristabilitisi sulla terraferma cominciano a convivere.
- Da qualche parte, nel corso dell’ultimo anno e mezzo o giù di lì e non certo per mia intenzione, diciamo (prevedibilmente) da quando loro partono a girare per l’Europa, cominciamo a sentirci meno e con meno intenzione. Non che negli anni precedenti non fossero mai passate settimane senza un contatto, ma insomma quando senti qualcuno lo capisci se per loro è un piacere, una seccatura, o - penso sia questo il caso - un residuo possibilmente non spiacevole ma in ultima analisi trascurabile che piomba tra capo e collo ad una quotidianità che ormai ha preso tutta un’altra direzione.