"I pity the poor shades confined to the euclidean prison that is sanity." - Grant Morrison
"People assume that time is a strict progression of cause to effect, but *actually* from a non-linear, non-subjective viewpoint - it's more like a big ball of wibbly wobbly... time-y wimey... stuff." - The Doctor
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Partendo dal fatto che non conosco bene la storia della Svizzera e che ogni caso fa capo a sè, presumo attraverso secoli di guerre, cambi politici, figure forti, fino ad arrivare ad oggi. Potremmo parlare anche di stati nazionali come l'Italia e la Germania, divisi per secoli, e poi uniti da una fazione forte.
La UE invece mi sembra un esperimento diverso. In primis perchè invece di partire dalla politica, è partita dall'economia. Poi non sembra esserci una fazione forte che spinga per l'unificazione completa. Invece di cementare i Paesi principali si è espansa a valanga ad est rendendo più difficile il processo decisionale. La stesso lato economico è stato fatto male, non come una vera unione valutaria, tipo Usa. Poi è rimasto sempre di mezzo l'impero americano e quindi la sua influenza ad intermittenza. Infine i paesi più potenti hanno sempre frenato l'integrazione, Inghilterra e successivamente la Germania.
Non sono presenti eventi drammatici o di enormi dimensioni fondativi. Poteva essere la II guerra mondiale, ma era troppo presto e c'era di mezzo la Guerra Fredda.
Gli stessi membri politici che dovrebbero guidare il processo, escludono gli Stati Uniti d'Europa come obiettivo.
Paradossalmente un modo per unificare la Ue o almeno una parte di essa, potrebbe essere una violenta guerra civile interna, dove emerge una fazione dominante su scala continentale o un'invasione su larga scala.
Poi io rimango sempre dell'idea che il potere dell'Europa e la sua ricchezza culturale derivano più dalle divisioni, che dalla creazione di un'unico impero.
La svizzera pure si unì per ragioni economiche, i cantoni erano staterelli poveri che dovettero fare sistema per sopravvivere, ci fu uan guerra civile ma accadde nell'ottocento, parecchio dopo la fondazione.
Parte del problema dell'europa (col senno di poi) è stato il Regno Unito che ha sempre cercato di avere la botte piena e la moglie ubriaca tra l'altro riuscendoci, cosa che tra l'altro accentua la stupidità dietro la brexit.
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Ma termina con la A, propongo madrepatrio!!
Comunque tutte le notizie da Londra lasciano, al momento, il tempo che trovano. Finché non trattano l'uscita, qualsiasi ipotesi è pura propaganda
Si, ma ora le resistenze più forti vengono dai Paesi dell'Est, dalla Germania che parla parla ma vuole mantenere lo status quo e a ruota gli altri. Paradossalmente i più favorevoli ad una maggiore integrazione sono i Paesi del Mediterraneo, che sono quelli che hanno subito di più
https://www.worldoftrucks.com/en/onl...e.php?id=92274
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A pensar male, si direbbe siano stati il cavallo di Troia degli Statunitensi. Una spina nel fianco, pronta a dire sempre e comunque NO.
All’origine del divieto francese c’era la diffidenza verso il rapporto privilegiato che la Gran Bretagna aveva con gli Stati Uniti. Una diffidenza alimentata dalle parole di Kennedy quando questi promosse esplicitamente l’ingresso del Regno Unito Nella comunità economica europea
http://www.corriere.it/extra-per-voi...b6fa27fd.shtml
Va beh a sto punto mettiamoci anche questo che anche se vecchio ci sta sempre bene
DK
Ultima modifica di koba44; 10-10-16 alle 13:09
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OK, grazie, da quel che ho letto però il tono è più "informativo" e mano partigiano
comunque, stante che in un paese "normale" un premier "normale" dovrebbe occuparsi prima dei suoi concittadini e poi di chi viene da fuori, gli imprenditori non si sono certamente ribellati per "senso di giustizziah!" ma perché la manodopera che proviene dall'estero è molto più soggiogabile, sfruttabile, meno tutelata e pagabile una misera
meditate sinistri, meditate!
dipende dal settore.
Questa e' sicuramente una parte del problema, ma c'e' anche il fatto che quando trasformi buona parte della classe lavoratrice in un sottoproletariato ignorante (anche perche' la qualita' del sistema educativo e' molto ma molto variabile, e di solito i poveri si beccano le scuole demmerda) poi e' difficile trovare abbastanza personale qualificato autonomo per un certo tipo di posizioni lavorative.
Il discorso vale, ma fino a un certo punto. La qualità dell'istruzione è qualcosa che esula dall'immigrazione, e in UK hanno il problema della carenza cronica degli insegnanti autoctoni, proprio come dei medici. Io non lo so perché gli inglesi non vogliono intraprendere carriere da insegnante o medico, ma prima di sbraitare contro gli immigrati che ci rubano il lavoro, dovrebbero spiegarmi perché non vogliono fare questi lavori di prestigio e ben retribuiti... Non è uguale ad andare a raccogliere pomodori nelle campagne
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