Qua rende mejo.
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Dai video che fa è anche maiala
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Stasera il Sassuolo si gioca contro il Lucerna, la qualificazione al terzo turno preliminare di Europa League dopo l'1-1 dell'andata in Svizzera
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Sassuolo sul 3-0 e Lucerna in 10
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Eeeh, le piccoleh ke ci fanno perdere punti nel renching!
Imho sarà l'unica in Europa League a darci punti per il ranking
Inviato da un sarcazzo volante.
Il Sassuolo ha beccato la Stella Rossa, sorteggio difficile.
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Francesco 'a carogna
«Il compromesso è questo: per garantire una partita sicura, cedevo sui biglietti, sapendo bene che facevano business. Ho fatto questo perché ho ritenuto che la mediazione con il tifo organizzato, nell’ambito del quale mi erano note aggressioni anche con armi, minacce ed altro, fosse comunque una soluzione buona per tutti».
È lo scorso 11 luglio quando Francesco Calvo, ex direttore commerciale della Juventus ora al Barcellona, svela questi retroscena al pm torinese Paolo Toso, uno dei magistrati che sta indagando sulle infiltrazioni della criminalità organizzata tra i gruppi ultras bianconeri e il business del bagarinaggio. Dichiarazioni di peso per un’inchiesta iniziata due anni fa seguendo le mosse di alcuni capi ultras, finiti al centro di traffici di droga. Passo dopo passo gli investigatori della squadra mobile di Torino hanno messo a fuoco intrecci e legami di una famiglia di origini calabresi, i Dominello, ritenuta essere, secondo gli atti dell’inchiesta, «l’espressione della ’ndrangheta di Rosarno in Piemonte».
A solleticare gli affari dei biglietti sarebbe stato il fascino del nuovo stadio. Ma la Juve si è ritrovata ben presto a dover fare i conti con ultras sempre più problematici e violenti, obbligando i vertici a scendere a compromessi, anche a scapito degli altri tifosi. «La gente - aggiunge Calvo nel suo verbale - avrebbe voluto uno stadio sicuro, i biglietti non erano regalati ma venduti. Mi è sempre dispiaciuto che ciò sottraesse disponibilità di acquisto di biglietti al pubblico e non ho avuto il coraggio personale di trovare altre soluzioni per fronteggiare i tifosi di quel genere». Il guaio è che questo tipo di patti ha sempre un prezzo. «So - ammette l’ex direttore commerciale del club bianconero - che si permetteva ai tifosi di comprare biglietti in quantità superiore a quella consentita dalle norme, che è di quattro biglietti a persona». E il compromesso «veniva utilizzato nei confronti di tutti i gruppi ultras», attraverso la mediazione di due manager della società, ma sempre con il suo «avvallo».
In questo gioco di patti ambigui diventa anello di congiunzione con la Juve Rocco Dominello, un rampante della famiglia, incensurato, belle maniere, raffinato, che viaggia sempre in Jaguar, e che spesso lo si poteva incrociare fuori dalla sede della società. Arrestato un mese fa nel corso del blitz dell’antimafia torinese con altri presunti affiliati, nell’ambito di un’inchiesta ben più ampia, nei giorni scorsi è stato sentito in procura. Di fronte ai pm si è detto disponibile a parlare dei suoi rapporti con i vertici del club, anche se dice che nel business dei biglietti la «’ndrangheta non c’entra». «La mia sensazione - dice Calvo, di Dominello, che ha conosciuto nel 2013 - è che avesse un ruolo di equilibrio, non un ruolo di capo ultras. Intendo dire che era uno che aveva la capacità di parlare con i gruppi. Non era soggetto che mi dava preoccupazioni in ordine a possibili comportamenti contro l’ordine pubblico. Mi facevano preoccupare i Bravi Ragazzi o i Viking...». Domandano gli investigatori: «Vi siete mai chiesti da dove derivasse questa capacità di influenza a favore dell’equilibrio»? Riposta: «No, non ce lo siamo mai chiesti più di tanto».
Nel frattempo a Napoli c'è un temibile piano per dominare il mondo.
Lo sconvolgente piano della dissolta Curva A
Red. Ultimecalcionapoli Ago 5, 2016 all news, Primo Piano, radio tv e web 131 Views
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A Napoli nel mondo ultras è accaduto qualcosa. Un cambio di orizzonti che rischia di fare storia nel movimento del tifo nazionale. La Curva A si è spaccata. Sciolta. Divisa. Una decisione che è la conseguenza della fine di un patto non scritto ma siglato dai gruppi. E che rivela scenari fino ad oggi sconosciuti. Gli investigatori della Digos della questura partenopea la chiamano «scissione», abituati ad argomentare su temi di camorra e criminalità organizzata. In realtà la diuvisione sarebbe avvenuta perché alcuni gruppi vorrebbero partecipare alle trasferte, perché all’interno del mondo ultras c’è anche un ranking clandestino, dove chi partecipa a scontri in trasferta acquista più punti
Il ranking clandestino C’è una sorta di classifica non ufficiale che riguarda le tifoserie organizzate. Un ranking clandestino in cui chi si è distinto nei tafferugli con i supporter di squadre rivali guadagna i primi posti. La Curva A ha subito molte perdite. Anche in casa, quando i suoi sostenitori si sono confrontati con gli ultras di Inter, Juventus e Atalanta. Ed è proprio alla compagine del bergamasco “Bocia” che i Mastiffs sembrano ispirarsi. Seppure in netto contrasto, lo stile degli atalantini piace così come quello degli odiati ma rispettati veronesi, tesserati ma in migliaia in trasferta. Per tornare a guadagnare prestigio serve fare scontri. Per fare gli scontri occorre andare massicci in trasferta, due-tremila ultras. E per farlo bisogna tesserarsi. Da qui la proposta che ha spaccato la Curva A partenopea. E il ritorno al passato, a prima del “patto del 2009”. Lo scenario che si prospetta potrebbe essere quello disegnato dagli esperti della Digos napoletana. Un gruppo dominante tesserato (Mastiffs, Sud, parte della Brigata Carolina, parte delle Teste Matte) e altri gruppi dissociati. Il rischio di tafferugli all’interno della curva è alto.
Così come è elevato il rischio di contrasti con gli ultras della Curva B, irriducibili e fedeli alla linea di opposizione alla tessera del tifoso. Sono stati loro ad esporre in occasione dell’esordio azzurro al San Paolo contro il Nizza lo striscione “No art.9”. Per gli investigatori si annuncia un autunno caldo sul fronte ultras. Una stagione che potrebbe segnare la rivoluzione in tutto il panorama della tifoseria nazionale. «Coerenza e mentalità», quando si violano le leggi degli ultras il banco rischia di saltare.
Lo fanno per il ranking
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Olimpiadi, preliminari di Champions, ma diamo pure il titolo principale a un gol segnato in una sgambata in famiglia.
Prostituzione intellettuale