Originariamente Scritto da
Baddo
Ragazzi, è tutto relativo. TUTTO. Ci sono talmente tante variabili che è assurdo pensare a una regola.
La mia storia è quella di uno come tanti. Vengo da una famiglia piena di disavventure nel passato, sul filo del rasoio tra povertà e lastrico, ma che non mi ha mai fatto mancare niente delle cose importanti. Tipo lo spazzolino da denti, quello da cesso, Gesù, una bassa attenzione alimentare. Scherzi a parte, i miei hanno dato tutto perchè io e i miei tre fratelli potessimo vivere una vita dignitosa, e rovinarcela come meglio ci paresse. Tipo non studiando.
Questa sarà l'introduzione del libro che sto scrivendo, saltiamo quindi alla parte interessata al momento: Perchè lavorare?
Per i soldi.
Questo è ormai il quarto lavoro che mi lascio alle spalle. Il secondo per mia volontà. Il primo, non mi rinnovarono il contratto. Il secondo, mi feci licenziare per esasperazione, vi ricorderete. Il terzo per forza maggiore, non volendo trasferirmi nella periferia milanese peggiore. Questo, perchè...bah, non volevo neanche iniziarlo, alla fine.
In parole povere: lavoro disorganizzato, personaggi pagliacceschi, pretesa di straordinari non pagati di almeno una o due ore al giorno. E il bello è che c'è chi li fa.
Sono stato "colloquiato" due volte in sei mesi perchè mi permettevo di regalare all'azienda solo mezz'ora di pausa pranzo, e andavo a casa alle sei.
Come cazzo mi permetto di avere una vita?
Mi permetto, perchè ne ho una sola e non intendo passarla a realizzare i sogni degli altri, a recludermi e soffrire lentamente, certo, ma pur soffrendo, per sentirmi dire che sono accettabile per la società.
Io adoro lavorare. Adoro produrre. Ho una grande casa di campagna che ristrutturo pian piano con mio padre, se dio me lo conserva, e mio fratello, e sono la parte operosa. Mi piace fare quello che mi piace e se mi piace lo faccio bene. Se mi sento di star facendo qualcosa.
Qua mi sentivo semplicemente ridicolo, una presa per i fondelli.
Un grosso problema è che è un'azienda in cui ci sono due ore di delirio a sei di NIENTE, in ufficio da me ci siamo in quattro a fare il lavoro di due. Una povera pazza di 45 anni che si lima le unghie dei piedi, guarda il cellulare, urla tutto il giorno e ovviamente fa pure la "se non ci fossi io...!", un'altra accentratrice egocentrica che se fai qualcosa che non passa sotto le sue poderose ed immani tette (come poderoso ed immane è il resto del corpo...) diventa isterica.
E a nessuno sembra importare. Manca la comunicazione.
beh per farla breve, non era il posto in cui mi vedo rimanere, e ho - rullo di tamburi - 29 anni. Sono quasi finito. Se non ci provo, almeno adesso, a cambiare, a trovare qualcosa, qualunque essa sia, che mi possa calzare, non ci riuscirò mai più.
Il contratto mi scade, e io semplicemente non firmerò il rinnovo - che adesso non mi offriranno comunque - e quindi in teoria dovrei avere diritto al sussidio di disoccupazione se tuttio va bene. Non intendo comunque sfruttarlo troppo, perchè se sto a casa una settimana in fila inizio a non sopportare più nessuno e sono di sfilare colonne vertebrali dei miei familiari a mani nude.