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"ILS NE PASSERONT PAS!"
Dopo oltre una settimana di rinvii, proprio in questo preciso istante di 100 anni fa, il primo cannone di grosso calibro tedesco (di migliaia dispiegati) lanciò la prima di decine di milioni di granate di quella che sarebbe passata alla storia come una delle più sanguinose battaglie in assoluto, che vide cadere oltre 500000 uomini più i feriti: tre morti per metro quadrato.
Sbagliando clamorosamente quel primo colpo, ma i successivi andarono drammaticamente a segno. Era appena cominciata la Battaglia di Verdun, chiamata anche “tritacarne”, ma in quel momento soltanto due membri dello Stato maggiore tedesco (il Kaiser stesso e von Falkenein) lo sapevano. Fu un deliberato tentativo tedesco di dissanguare e costringere alla resa l'esercito francese, dopo oltre un anno e mezzo di scontri inconcludenti e molto costosi, in un terreno di scarsa importanza tattica ma dal grande significato simbolico.
Fu anche, con ogni probabilità, la prima grande battaglia dall'introduzione della polvere da sparo e dove furono disponibili alla fanteria di linea di tutti gli schieramenti elmetti metallici come equipaggiamento standard: il grande ritorno di una tecnologia che affonda le radici nell'antichità.
Il primo anno e mezzo di conflitto aveva dimostrato l'estrema vulnerabilità del neurocranio alle schegge, agli shrapnel e alle pallottole presenti in quantità mai viste prima, essendo di solito l'unico punto del corpo impossibile da coprire dal parapetto di una trincea e quindi più esposto. Questo almeno secondo i vari stati maggiori, ma se voi foste stati un chirurgo della grande guerra, quale avreste considerato come il peggior punto dove si potesse restare feriti? Era davvero alla testa? In un secondo post vi darò la risposta. [Innominato]
PS
Nel tempo che a voi è occorso per leggere queste poche righe, sono già morti almeno 2 soldati tedeschi e altrettanti francesi, forse tre, con un bilancio leggermente peggiore da parte francese. Restano ancora 10 mesi di battaglia, a questo ritmo. Giorno e notte. Un giovane tenente francese scrisse poco prima di cadere nel tritacarne “l'inferno è niente in confronto”.