E addio è stato. Ieri siamo usciti, abbiamo cenato e poi ci siamo appartati per parlare. Ho spinto perché fosse lei per prima a dirmi cos'aveva elaborato in questi giorni. Mi ha detto che sta bene con me, che le piaccio e che mi vuole bene, che non c'è niente che non vada ma non sa perché più di così non riesce ad esprimersi o lasciarsi andare. Le ho chiesto se aveva paura di me per la differenza di età e mi ha detto che forse a qualche livello inconscio sì, ma non tanta da creare quel poco coinvolgimento che esterna… è qualcos'altro e non sa cosa. Ha detto che però non trovava giusto allontanarsi da me e lasciarmi così con la questione in sospeso. Pensiero che unito al fatto che forse ha bisogno di stare da sola per capirsi davvero l'ha portata a pensare di lasciarci. Le ho confermato il mio punto di vista espresso già durante le ferie: se non avesse preso capito cosa vuole dal nostro rapporto prima di partire anche per me sarebbe stata una chiusura. Se non siamo riusciti ad avvicinarci quando ci vedevamo almeno due volte a settimana non potremmo riuscirci quando ci vedremo una volta ogni due settimane.
Eravamo tutti e due distrutti e continuavamo a coccolarci. Lei mi ha chiesto diverse volte se poteva sentirmi ancora e se la odiavo per non avermi dato quello che cercavo. Ma la verità è che sono ancora perso per lei e che le voglio un bene sconfinato.
Poi ci siamo accompagnati alle rispettive auto. In quel momento è successa una cosa che mi è rimasta particolarmente impressa. Ha camminato sotto il mio braccio stringendomi la vita con entrambe le braccia come se potessi da un momento all'altro decollare in verticale. Quello che non ha esternato per 9 mesi lo stava pian piano tirando fuori… La scena davanti alle macchine è stata anche più difficile. Le ho ribadito che mantenevo la mia opinione su di lei di persona stupenda e che la smettesse di farsi problemi nei miei confronti, non mi sarei mai arrabbiato per come stava finendo. Anzi. Se un giorno tornasse, se entrambi fossimo disponibili… Chissà, forse siamo stati le persone giuste nel momento sbagliato.
E un po' ci credo. La considero onestamente una persona estremamente intelligente ma con poca esperienza, un po' per i 22 anni, un po' perché ha vissuto in una campana di vetro dove piovevano affetto e attenzioni (la sua famiglia è così, l'università di stampo cattolico, ecc.). Chissà che un'esperienza come quella che sta per affrontare non la renda più sensibile ed empatica...
E così è finita. In un modo che me la farà mancare ancora di più di quanto mi sarebbe mancata già di suo. In ottimi rapporti. Tutti e due sicuri di pentirci per un motivo o per l'altro dell'epilogo. Con la sensazione che per la prima volta ci stessimo connettendo un po' meglio.
Non è facile prenderla bene, anzi, sono abbastanza segnato. So che mi rialzerò, ma adesso è dura e continuo a vederla dappertutto.