Originariamente Scritto da
Marlborough's
Si va a vedere 'sta garetta di BB al Cairo(si è nei primi duemila) e alla fine, è come non è, salta fuori l'opportunità di 'sta gita in battello -uno schifo di scassone che avrebbe fatto piangere Banana Joe- lungo il Nilo.
Cenetta orrenda con una specie di cous cous piccantissimo, un assortimento di salsine fetide ed un pane impastato con pietrisco e morchia, tutto alla maniera berbera: ciotolone comune senza posate di alcun genere, in compagnia di gente che si lava le mani una volta a capodanno e l'altra a fine Ramadan(e manco vi sto a raccontare della delizia di avere i loro piedi scalzi praticamente sotto il naso)
A fine pasto la danza del ventre: due mega-roiti -di cui una con le braccia tappezzate di cerotti per smettere di fumare- e una quarantenne discreta, perlomeno a voler sorvolare sui denti color curcuma.
La navigazione si ferma per la notte, cosi' che ospiti ed equipaggio(in tutto, a bordo, saremo stati una trentina, tutti uomini, tolte le tre danzatrici) possano fraternizzare e raccontarsi vecchie storie di terre lontane-eh.
Noi quattro bianchi masterrace siamo gli ospiti d'onore e, potrete ben immaginare, per un paio d'ore siamo al centro dell'attenzione: Ferrari, calcio, mafia, città d'arte, Mussolini, il Papa, il gossip più frivolo, Berluscone...le solite cose.
Due tiri di narghilé, un sorso di un thé(?) schifiltosamente forte e via coi saluti della buonanotte ché domani vogliamo essere belli carichi per non perderci il resto della deliziosa crociera e tutto quanto il resto.
In realtà siamo tutti più o meno amaramente pentiti di aver accettato l'invito, io in particolare.
I tentativi di prendere sonno sono snervanti: la celletta fetida, il rollio leggero ma costante, il cicaleccio di un qualche grosso insetto poco distante uniti alla calura umidiccia sono uno strazio.
"Esco un attimo sul ponte-eh, magari chiedo qualcosa di fresco da bere!"
"Prova, ti aspetto qui"
La passeggiatina notturna è infruttuosa, incontro un tizio decrepito, sdentato e sciabattante che non capisce una parola di inglese né di francese:
"Il piano bar()?"
"Uoe?"
"Un po' da bere, qualcosa di freschetto!"
"Kzai?"
"Schweppes? Acqua Brillante-eh? Coca-Cola?"
"He-he-hee!"
Torno in "cabina", il mio coinquilino è terreo, agitato, si passa stizzosamente le mani tra i capelli aggiustandoseli ogni volta, come se temesse di perderli da un momento all'altro:
"Chiudi perdio, chiudi! E spegni tutto!"
"Eh?!?"
"Non tornavi e sono uscito anch'io! Li ho visti! - cioè, non so se rendo: "li ho visti"
-
Erano tutti nella saletta da ballo, tutti sdraiati in mezzo ai cuscini, tutti mezzi nudi, sudaticci..."
"Vabbè, si staranno preparando per la notte, non penso che abbiano ognuno la loro cabina"
"Erano ubriachi, drogati, uno più giovane veniva spintonato, credo anche deriso per qualcosa, molti erano abbracciati, quello più anziano col barbone stava sdraiato tra due ragazzetti, e uno dei due teneva il braccio infilato nella patta del vecchio! Porca mer*a checca**o succede?!?"
"Mbof, faccio un salto da ***** e ***** che tu mi stai dando ai nervi"
Rifaccio il giretto sul ponte fino alla cabina degli altri due compagni di viaggio, nel tragitto butto un occhio alla saletta comune dove, effettivamente, attraverso i vetri luridi intravedo un gran numero di sagome sdraiate e semi-svestite nella penombra delle lampade a gas; mi arrivano grida, colpi di tosse, rutti, peti e, raggelanti come forse non ne avete idea, mugolii frammisti a forti tonfi, come di qualcuno che si allena alla lotta greco-romana su di un vecchio parquet scricchiolante.
Senza indugiare filo via dritto, giro l'angolo e busso leggero leggero alla cabina:
"Sono io, aprite un attimo!"
"Ca**o ci fai fuori! Torna in cabina!"
"Qua non prende un ca**o senno' vi chiamavo e bon; stanotte non si dorme, tanto vale che vengo li' dentro e ci facciamo una partitina a qualcosa"
"No, no! Noi adesso dormiamo, torna da ***** e fattela con lui la partitina!"
"Ok, allora niente, vado..., non è che avete sentito niente di strano, voi?"
"Strano un ca**o, qua appena metti fuori il naso ti fanno "le fette" al c*lo e a tutto il resto, me l'aveva detto il ***** ma pensavo mi stesse coglionando...porca t*oia d'una porca! Lui e la sua gita in battello del ca**o!"
"Vai adesso, e non fare casino, togliti le scarpe già che ci sei! Uei ****, controlla se hai dato bene tutti i giri di chiave, per quello che serve..."
Torno il più silenziosamente possibile alla mia cabinetta, procedo abbassato nel passare rasente alla lercia vetrata -i rumori dal salone sono più forti e distinti: niente di bello, sento anche chiaramente un tizio piagnucolare.
"Che ca**o, c'era proprio bisogno di chiudere?"
"Porco il ca**o se c'era bisogno! 'Spe che arrivo...bon, aperto"
"Aperto cosa che non riesco a entrare!"
"'Spetta, devo ancora levare il como' dalla porta..."
"!?!"
Per farla finita, un'esperienza che sarebbe tanto piaciuta a Deodato; il giorno seguente tutti svegli prestissimo, mangiato poco, bevuto nulla di alcolico -parola d'ordine: stare assolutamente svegli e vigili-, e assolutamente d'accordo che alla prima sosta saremmo scesi con un pretesto qualsiasi per dileguarci immediatamente.
E cosi fu, con tanti saluti all'allegra
Love Boat mediorientale de 'stoca**o