Ragazzi è matematico, tasso di natalità più basso al mondo, emigrazione in aumento, aspettava di vita tra le più alte al mondo (che sarebbe un bene, ma non dal punto di vista del bilancio dello stato), debito pubblico al 130% del PIL, crescita 0... O si tagliano le pensioni drasticamente o il sistema non regge.
e spingere la creazione di nuova ricchezza invece di punirla?
se ci fosse un futuro la gente figlierebbe di più
L'analisi dei dati di noi ignoranti dimostra come l'aumento è dato dalla variazione della popolazione di riferimentoOriginariamente Scritto da Chiwaz
Questa è un'altra cazzata tipo "sono aumentati i morti in mare rispetto al n. di partiti"
https://phastidio.net/2019/07/31/per...usione-ottica/
BONUS: siamo l'unico paese dove al netto di più occupati, il PIL non cresce. Anche questa è una cazzata?
Intendevo dire che è una cazzata fare le distinzioni tra disoccupati e inoccupati. Sarà pure utile a fini statistici, ma in concreto non cambia nulla, a maggior ragione per il fatto che gli inoccupati vengono contati tramite indagini telefoniche.
Anzi, la distinzione porta a risultati farlocchi, quindi non è nemmeno utile ai fini statistici:
Poi vabeh, la conclusione "meditate gente, meditate" è da mentecatti, ma amenTutto molto bello se non fosse che, nel mese e nella coorte anagrafica 15-24 anni, il numero degli inattivi aumenta esattamente di quella misura. Ricordate che parliamo di una coorte anagrafica piccola e molto volatile, nei numeri. Di conseguenza il rumore mensile nelle rilevazioni è molto alto.
Ti dirò che hai ragione, ma credo sia una convenzione internazionale (figlia del fatto che in questo modo ogni politico può girare i dati a proprio favore)
mah, dal momento che sono categorie ben definite e distinte non possono fare altrimenti se si vuole un quadro completo della situazione del lavoro in italia. che siano di difficile conteggio sono d'accordo, oltre che aprire il fianco a situazioni ambigue . ad esempio, le casalinghe risulterebbero inoccupate, ma svolgono un ruolo fondamentale per la famiglia e quindi per la nazione.
Se la popolazione la si divide prima nella fascia 15-64 e poi in occupati, disoccupati e inoccupati......bhe nell'ultima potrebbe esserci di tutto. Ripeto SE non ci sono altre distinzioni nell'ultima categoria possiamo avere studenti, carcerati, gente che vive di rendita e anche quelli tutti con un "lavoro stabile" nella criminalità o in nero.
Ma la "casalinga" non era stato riconosciuto come lavoro con tanto di assicurazione lavorativa?
ricordo vagamente il discorso marchette per la pensione, ma sono importi ridicoli a meno di non versare patrimoni. cmq dubito sia stato riconosciuto come lavoro vero e proprio.
Certo non si può equiparare ad un "vero lavoro" ma penso che venga riconosciuto come occupazione.
Ho fatto questa domanda anche ad un convegno di statistica, e nemmeno un relatore ha saputo dare mezza spiegazione logica, ma ci provo comunque ogni volta che sento fare questa osservazione: in un paese con il 30% di disoccupazione giovanile, a che cosa servirebbero altri giovani? Oltre a scatenare una concorrenza al ribasso tra disperati, intendo.
L'unico modo di riemergere è restituire una prospettiva alla popolazione, sostenendo la natalità con misure ad hoc ma soprattutto costruendo una società meno ingiusta che infonda nei cittadini fiducia nel futuro.
Con le marmotte che incartano la cioccolata :sisì:
Facciamo prima a sperare nella pace nel mondo + fine della fame + gnocca per tutti. Contemporaneamente.
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Potrebbero schiattare tuttiRagazzi è matematico, tasso di natalità più basso al mondo, emigrazione in aumento, aspettava di vita tra le più alte al mondo (che sarebbe un bene, ma non dal punto di vista del bilancio dello stato
Diciamo che se esiste una fascia entro cui i giovani sono troppi per trovare un impiego con le politiche del lavoro in essere e troppo pochi per avviare il motore di produzione del paese, il nostro stato ci finisce dentro appieno.
Siamo inoltre ben lontani dal punto critico di concentrazione giovanile che sia di stimolo allo sviluppo di politiche di lungimiranza che servono a intercettare quell'elettorato. Senza i giovani, i partiti continuano a ricercare gli interessi dell'elettorato medio e cioè dei pensionati.
In ultimo, il lavoro non va pensato solo come l'attivazione di un rapporto di assunzione per il quale maggiore è la quantità di carne da cannone inferiore sarà il valore unitario di ciascuna bistecca. Il lavoro è il risultato di un percorso formativo il cui scopo principale è la preparazione intellettuale nel prevedere necessità della società e creare nuovi servizi
Anche in questo caso, importare giovani dall'estero è di utilità nulla, in quanto non cittadini e quindi non elettori.
il problema delle scuole di specializzazione
è che l'università di medicina sforna n laureati in medicina che si abilitano e diventano medici e basta
il passo successivo per diventare specialisti (medici di base, chirurghi, internisti ecc) è la scuola di specializzazione
per formare questi specialisti lo stato mette a disposizione un numero di borse di studio molto inferiore a n
quindi non si formano gli specialisti che servirebbero (e molti medici rimangono a spasso in attesa di specializzarsi o emigrano pure)
quando si dice che mancano i medici ovviamente mancano gli specialisti, non gli studenti di medicina quindi aumentare quest'ultimi non risolve nulla
È che per aumentare gli specialisti non puoi tagliare continuamente posti nella sanità, è un gioco che va bene qualche volta ma ad un certo punto inizia a presentarti il conto e quando lo fa rischia di essere troppo tardi...
non ti seguo
Ultima modifica di Drake Ramoray; 04-08-19 alle 23:32
nel frattempo....
https://www.lastampa.it/economia/201...pea-1.37295540
Le specializzazioni le fai lavorando in corsia. Ma se i posti sono bloccati o ridotti per i continui tagli alla sanità non trovi spazio...non ti seguo
Oh yeaaah.
hai le idee un po' confuse
le specializzazioni sono retribuite con borse di studio del miur, il ssn non caccia un euro.
anzi, gli ospedali sono ben lieti di avere manodopera gratis, sfruttabile pressoché liberamente con tutele risibili.
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