Mi tocca dare ragione a Kayato. Io lavoro nell'abbigliamento e spesso mi capita, mentre mostro un capo di abbigliamento ad un cliente, di notare che il prodotto che era made in Italy fino ad una stagione fa è diventato Made in Bangladesh. Il problema è che il capo costa più della stagione prima.
Quando ho sentito del massacro a Dacca la prima cosa che mi sono chiesto è stato cosa facessero là. Poi è saltato fuori che erano tutti imprenditori del tessile. La Tipa che strepitava contro il titolo "islamici bastardi" era una manager per conto di Artsana(alias la Chicco). Detto questo, non giustifico per questo la brutta fine che hanno fatto, ma sinceramente erano andati li a sfruttare la popolazione del luogo. Poi che loro alla loro coscienza raccontassero che erano lì per diffondere il benessere tra la popolazione del luogo ci sta. Ma la verità è che manco la CIna va più bene perchè un minimo di tutele ambientali e del lavoro sono state introdotte e che quindi è meglio andare in India e paesi limitrofi che puoi fottere come non ci fosse un domani. Detto questo, non sono stati ammazzati per questo, ma semplicemente perchè occidentali non musulmani
tutte breaking news
Ragazzo mio, scusa ma non è così...
È, purtroppo, una delle tante storie tristi di chi viene dall'Africa, e tra le vittime italianissime della criminalità organizzata c'è chi ha storie molto simili.
La pensione gliela dovrebbe pagare il genio che le ha ammazzato il marito, la responsabilità penale è ancora personale.
...there's no need to say thank you, the best way to say it is beeing here and fight with us. - Skip
Il Bangladesh è un paese povero con scarse speranze di sviluppo se non grazie a investimenti esteri: non credo la popolazione si dispiaccia di ospitare nuove fabbriche con contestuali posti di lavoro ed aumento del tenore di vita. Dal nostro punto di vista sono sfruttati, ma dal loro si tratta di un miglioramento rispetto al lavoro nei campi ai limiti della sussistenza.
Col tempo le cose tenderanno alla normalizzazione, ma d'altronde la base da cui partire è questa. In altri tempi non lontani, come nell'Inghilterra Vittoriana, le cose andavano anche peggio, con bambini legati ai telai per turni giornalieri di 12 ore.
Per caso avete aziende in outsourcing? Visto che ora sono tutti eroi quelli che chiudono aziende o contratti qui e li aprono in paese con salari bassissimi, zero sindacati, pochi diritti e facile corruzione.
http://www.senzatregua.it/quanto-puz...no-bangladesh/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016...ttati/2883241/
http://www.mondoemissione.it/asia/li...sa-posso-fare/
http://www.ilsole24ore.com/art/moda/...l?uuid=ADKR5rn
Welcome to Transinistria btw! (https://it.wikipedia.org/wiki/Transnistria)
@Kobe dovresti leggertelo bene pure te il tuo link se credi ancora alla favola: sei musulmano prego hotel 4 stelle, 90€ al giorno e la summer card della vodafone.
Meno male che c'è Kayato che ci mostra la luminosa via verso la verità
Specifico meglio, un minimo minimo di tutele del lavoro, l'1% di quello che c'è nei paesi occidentali. In Bangladesh non c'è nulla!
La globalizzazione economica vede imprenditori che per un centesimo di risparmio su un milione di euro è disposta a delocalizzare tutto anche se ciò affonda un economia nazionale