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iWin uLose
Anche questa, prima mostro ora scarcerata. Mah...
Scarcerata l’infermiera “killer”
Livorno - L’infermiera di Piombino Fausta Bonino, in carcere dal 31 marzo scorso lascerà oggi l’istituto don Bosco di Pisa. Il tribunale del riesame di Firenze, secondo quanto si apprende, avrebbe annullato l’ordinanza d’arresto. La donna era stata arrestata con l’accusa di aver provocato la morte di 13 pazienti del reparto di rianimazione dell’ospedale con Eparina. Al riesame si era rivolto il difensore Cesarina Barghini.
La conferma è arrivata dall’avvocato della donna, la quale ha precisato di non sapere se Bonino sia a piede libero o ai domiciliari, ma che «l’importante è che l’abbiamo tirata fuori dal carcere». «Sono soddisfatta soprattutto perché in questo modo sarà più facile per lei affrontare tutto ciò che abbiamo davanti», ha detto Barghini. Al riesame l’avvocato si era rivolta dopo che il gip del tribunale di Livorno Antonio Pirato, il 4 aprile scorso, aveva respinto la richiesta di scarcerazione o, in subordine, dei domiciliari per l’infermiera.
Bonino ha già lasciato il carcere di Pisa: è stata direttamente lei a chiamare il marito, Renato Di Biagio, dicendogli «vieni a prendermi», come ha riferito l’avvocato Barghini. La donna è uscita dal carcere insieme al figlio. Fausta Bonino è uscita dal carcere senza rilasciare dichiarazioni ai giornalisti e cameraman che l’attendevano fuori. Il figlio l’aspettava davanti al carcere a bordo di una Fiat Panda blu e ha chiesto di non essere né inquadrato dalle telecamere né intervistato.
Bonino era stata arrestata il 31 marzo e il pm aveva sostenuto le “prove schiaccianti” a suo carico, in ordine alla morte misteriosa di 13 pazienti all’ospedale di Piombino. Tanto lei quanto i familiari hanno sempre protestato la totale estraneità ai fatti.
I fatti
55 anni, originaria di Savona, ma residente a Piombino da vent’anni, Bonino è stata arrestata dai Carabinieri del Nas con l’accusa di omicidio continuato aggravato a danno di pazienti. Secondo le indagini, l’infermiera è ritenuta responsabile del reato di omicidio volontario continuato, avvenuto negli anni 2014 e 2015, nei confronti di 13 pazienti tutti ricoverati, a vario titolo e per diverse patologie, presso l’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale civile di Piombino.
L’operazione, denominata «Killer in corsia» si è conclusa con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Livorno Antonio Pirato nei confronti della donna. Eseguito anche un decreto di perquisizione. L’«arma» usata per uccidere sarebbe un farmaco non previsto dalle terapie prescritte ai pazienti ognuno dei quali era ricoverato nel reparto di rianimazione e di anestesia dell’ospedale toscano per patologie diverse tra loro.
Bonino era stata descritta come una persona emotivamente instabile e persino come un’alcolizzata, circostanze respinte dai parenti e da lei stessa, oltre che dall’avvocato della donna.