ad ogni modo,
mi prenoto per la sfilata degli indignati nostrani per la privacy violata
la genteh ha diritto di sapere
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Quello che conta è se l'elettorato disposto a votare per Trump sia consapevole che l'URSS è finita, considera che gli USA sono il paese in cui i cartoni giapponesi sono arrivati solo negli anni '90 perché c'era una fetta di popolazione che vedeva ancora il giappone come "il nemico" direi che questa faccenda qualche dubbio su Trump glielo sta inducendo.
"I pity the poor shades confined to the euclidean prison that is sanity." - Grant Morrison
"People assume that time is a strict progression of cause to effect, but *actually* from a non-linear, non-subjective viewpoint - it's more like a big ball of wibbly wobbly... time-y wimey... stuff." - The Doctor
La configurazione del mio PC.
Il mio canale Youtube.
mah, speriamo in un miracolo.lastampa.it Insulti e parodie quell’odio antico tra Hillary e lo Zar
anna zafesova
«Con le donne è meglio non discutere», disse Vladimir Putin quando Hillary Clinton, nel 2014, paragonò l’annessione della Crimea a quella dei Sudeti. Difficile dire chi dei due sia stato più offensivo: il segretario di Stato americano a confrontare Putin con Hitler, o il presidente russo a liquidare la femminista Clinton come una signora fastidiosa, ma insignificante. Un eventuale dialogo Clinton-Putin si prefigura molto faticoso, e non soltanto perché per un russo di 64 anni di educazione sovietica è sempre un po’ difficile prendere sul serio una donna (dopo che, secondo alcune gole profonde, il capo del Cremlino aveva già trovato imbarazzante dover discutere con un presidente americano di colore). Hillary e Vladimir si sono già scontrati, e sono già nemici dichiarati da diversi anni.
A Mosca è radicata la credenza che con i presidenti repubblicani ci si intende sempre meglio che con i democratici (incluso Bill Clinton, alleato di Boris Eltsin, di cui Putin fu il «delfino», salvo poi smantellare la sua opera). E nell’orbita obamiana degli ultimi otto anni Clinton è stata sempre la più dura nei confronti del Cremlino. Nel 2011 forzò la mano alla Casa Bianca schierandosi esplicitamente con i manifestanti che a Mosca protestavano contro i brogli elettorali alla Duma, e scandivano «Putin ladro» e «Russia senza Putin». «Il popolo russo, come tutti i popoli, ha diritto a far sentire la sua voce e avere un conteggio onesto dei suoi voti», dichiarò. «Putin diventò livido quando la sentì», ricorda l’allora ambasciatore americano a Mosca Michael McFaul al «New York Times». Il presidente russo a sua volta accusò pubblicamente Hillary di essere la vera mandante dei cortei di protesta: «Il segretario di Stato ha dato il segnale ad alcuni esponenti del nostro Paese, e loro hanno iniziato ad agire, con l’attivo supporto del dipartimento di Stato».
L’APPOGGIO A KIEV
La domenica successiva i fantasiosi oppositori russi distribuivano in piazza dollari falsi e indossavano cartelli con scritto «agente del Gosdep» (l’abbreviatura russa per dipartimento di Stato), entrata da allora nel lessico ufficiale della propaganda di Mosca. L’apparizione, nel 2014, del sottosegretario di Stato Victoria Nuland - esperta di Russia ed ex portavoce di Hillary - sul Maidan di Kiev confermò definitivamente agli occhi della diplomazia russa che il Dipartimento di Stato era dietro a ogni protesta contro il Cremlino. E che Hillary, che a capo di Foggy Bottom aveva promosso i diritti umani, lo sviluppo di Internet e delle ong della società civile, incarnava tutto quello che con il ritorno di Putin alla terza presidenza era diventato il bersaglio da colpire.
Politicamente Clinton e Putin sono personaggi polari, e anche a livello personale l’antipatia fu immediata, fin da quando il segretario di Stato portò a Mosca il pulsante rosso con scritto «reset», il tentativo di rilanciare un dialogo con la Russia cogliendo l’opportunità della presidenza di Dmitry Medvedev. Per iniziare, Hillary dovette subire uno dei leggendari ritardi di Putin, all’epoca «soltanto» primo ministro, aspettandolo davanti al camino di maiolica nella sua dacia. Arrivato, fece all’ospite americana una predica sulle politiche sbagliate degli Usa e mandò via i giornalisti appena lei cercò di controargomentare. Il resto lo si sa dalla stessa Hillary, che con un certo sarcasmo ha raccontato che Putin la portò nel suo studio per illustrarle con una grande carta geografica il suo l’impegno per tigri e orsi bianchi.
L’IMITAZIONE
Una punzecchiatura che è stata l’inizio di una lunga inimicizia, con Hillary che parodiava la camminata di Putin, il suo accento e il modo di parlare. Una donna immune al fascino «macho» che molti riconoscono al presidente russo, e che ha litigato anche con il suo ministro degli Esteri Serghey Lavrov, piantandolo con in mano il mazzo di fiori che le aveva portato, insieme alla notizia che Mosca metteva alla porta le ong americane. Andandosene dal dipartimento di Stato Clinton ha dettato un memorandum di tre pagine e mezzo per Obama, avvertendolo che la Russia di Putin era un pericolo e che bisognava prendere una posizione più dura nei suoi confronti. Programma che, a quanto pare, ha l’intenzione di mettere in pratica da presidente.
Spera in Trump, fanculo i miracoli
eh, Trump ha raccolto 100M di finanziamenti vs i 400M della Clinton, ci vuole un miracolo.
ma se morisse la clinton prima delle elezioni chi andrebbe al posto suo nel caso non utilizzassero una sosia?
immagino tutti tranne Sanders...
Ultima modifica di Lord Derfel Cadarn; 01-08-16 alle 09:25
Beh dai mica è detto che vinca Trump sta cominciando ad annusare il sangue i sondaggi non li danno lontani se va bene e Trump mantiene le promesse avremmo un presidente che non vuole fare lo sceriffo in giro per l'Europa.
Ho solo il dubbio che sia pure lui guerrafondaio.
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Non puoi insegnare la fotografia, devono imparare da soli come farla meglio che si può, guardando ottime fotografie e facendone di pessime. (Cit. Cecil Beaton)
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25/08/2012 - Un ultimo piccolo passo per un grande uomo, un grande ricordo per tutta l'umanità.
Le mie foto su 500px - PER ASPERA AD IMAGINEM
www.andreamanna.it
Fine il New York Post di Murdoch che in prima pagina mette la foto gigante delle moglie di Trump nuda. Mi piace il titolo The Ogle office (l'ufficio guardone) che richiama The oval office alla casa bianca. Anche l'intervista al fotografo che dice " non aveva nessun pudore a farsi fotografare nuda" e' ottimo. Certo il particolare che le foto risalgano a 20 anni fa quando faceva la modella pare non essere importante.
Non e' la prima volta che lo attaccanno sul passato da modella della moglie e vedo che adesso rilanciano con un servizio in cui e' nuda con un'altra modella. Sono stupito, pare che non abbiano trovato nulla di meglio per affossarlo. Avrei giurato che con la sua vita qualche scheletrino di piu' ci fosse. Se e' tutto qui in confronto alla Clinton e' un santo
Anche i simpson contro Trump (da notare il libro a lato del letto...)
Certo che pensano di spostare voti con ste robe. Mi sa che in propaganda sono diventati un pò scemi, eh?
che tristezza
Vabbè, i Simpson fanno uniformemente pena da tanti di quegli anni ormai
also: le solite cacche di cane che han tolto, sdegnatissime, il poster di Assange dalla cameretta
(non è che il Julian, già che c'è, c'avrebbe sottomano anche due o tre telefonatine di Napolitano, cosi' for the lulz )
Ultima modifica di Marlborough's; 01-08-16 alle 11:31
tra i commenti
No mention to how Hillary refused the 3AM Benghazi phone call? Cmon...
Oltre al fatto che vorrei tanto(...) vederla la Clinton appena alzata dal letto: già mi piglian dei colpi che lévati a vederla truccata, restaurata e puntellata
L'argomento per cui è stato attaccato di più ultimamente è relativo ai genitori di un soldato morto in Iraq, il padre aveva parlato alla convention democratica e siccome era musulmano Trump ha risposto facendo insinuazioni sul perché la moglie non parlava, al che ha fatto la figura di merda perché la moglie ha risposto alle insinuazioni dicendo che non ha parlato allaconvention perché aveva paura di non riuscire a restare composta parlando in pubblico del figlio morto.
Gli scheletri nell'armadio ce li ha ma dei giri di soldi ai suoi elettori non frega nulla.
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Ma dunque adesso tirano fuori le prove schiaccianti(delle manovre moscovite dietro al mailgate)?
Non è che poi -non dovessero cavare un ragno da un buco- si fa finta di niente?
Personalmente non credo, anzi, non vedo l'ora di gustarmi il bel servizio cattivo della Botteri: ed ora la Clinton dovrà ricacciarsi in gola le accuse-eh...
()
Seguito poco o nulla -quindi, nel caso, correggetemi senza rompere eccessivamente le balle - la questione ma mi sembra abbastanza curioso(surreale?) che i figli di un milite morto in Iraq/Afghanistan/altro:
a- vadano a dare manforte proprio alla Clinton(ok il patriottismo ed il senso del dovere, pero'...avessero detto le stesse cose, tot anni orsono, ad una ipotetica convention pro-Bush, sui soliti media del ca**o si sarebbe parlato fino allo sfinimento di ignoranza dell'elettorato/"pancia del paese" e roba del genere)
b- scelgano di "rompere i co*lioni" proprio a Trump
O forse è successo il contrario
Trump però ha usato la retorica pro-veterani più volte, la figura di merda l'ha fatta perché in questo modo ha dimostrato che per lui esistono veterani di serie A e B e considerando che ci sono un sacco di figli d'immigrati, neri, ebrei, asiatici e musulmani nell'esercito che hanno combattuto in Iraq di certo non ha fatto una bella figura ai loro occhi e con la venerazione di cui godono i militari negli USA si è dato una bella zappa sui piedi di fronte anche a una buona fetta dell'elettorato civile.
Ultima modifica di Det. Bullock; 01-08-16 alle 17:42
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