Il caso della Toscana, tra le sette regioni chiamate alle urne lo scorso 31 maggio[1], risulta di particolare interesse per un duplice motivo:
in primo luogo perché gli elettori si riconfrontavano con le preferenze dopo aver utilizzato per due tornate elettorali (2005 e 2010) un sistema diverso, incentrato sulle “liste bloccate” e sulla vigenza di una normativa disciplinante le elezioni primarie; in secondo luogo perché è stata l’unica regione ad aver recentemente introdotto una variante al tradizionale modo di esprimere le preferenze: il c.d. “voto di preferenza agevolato”, caratterizzato dalla presenza, direttamente sulla scheda elettorale, dei nominativi dei candidati consiglieri verso i quali l’elettore poteva esprimere la sua indicazione di favore (tracciando semplicemente un segno nel box affiancato al nominativo e non dovendo scrivere il nome come nel sistema generalmente utilizzato nel nostro Paese).