Un crollo delle principali criptovalute avrebbe quasi certamente compromesso le azioni di Nvidia, chip maker che ha ottenuto il più grande rialzo percentuale dello S&P 500 nel 2016, e la rivale Advanced Micro Devices. Entrambe hanno visto nei dati trimestrali che i miner sono una fonte chiave di domanda di chip grafici, le cui vendite a questi operatori hanno pesato per il 6,7% sui 2,2 miliardi di dollari fatturati nel secondo trimestre da Nvidia. “Chiunque dipenda per più del 5% del business dalla crittografia rischia di veder crollare le quotazioni in borsa molto rapidamente” se scoppia la bolla, afferma Kinahan.
Tra le altre società a rischio ci sono le fintech. I titoli inclusi nell’Etf Global X FinTech (Finx), sono cresciuti del 43% nel 2017. “Gran parte dell’innovazione nella tecnologia finanziaria è legata alla blockchain”, spiega Gil Luria, di DA Davidson. “Quindi se i valori dei crypto asset calano e ciò viene associato alla blockchain, può innescarsi un effetto trascinamento”.
Un’altra paura riguarda le criptovalute come canale di finanziamento delle start-up. Aziende, come Kik Interactive, una chat per adolescenti, sfruttano sistemi simili al bitcoin per raccogliere in fretta milioni di dollari dagli investitori, aggirando le norme sulle ipo ed evitando le richieste dei venture capitalist. “In doversi casi le società non avevano ancora un prodotto quando hanno collocato le cryptomonete” sottolinea Gertler. Di recente le azioni del retailer online overstock.com hanno volato sull’annuncio che la società studia una piattaforma di trading per le Ico. “Eventuali cali dei prezzi delle criptovalute potrebbero danneggiarla”, dice Luria.