
Originariamente Scritto da
Zhuge
Un signore, alla guida di una vistosa spider nuova fiammante, parcheggia in doppia fila davanti ad un negozio, scende dalla macchina e ferma un passante, porgendogli le chiavi e dicendogli: "Faccio un salto dentro a quel negozio, tieni le chiavi e guarda se arriva la polizia; se arriva, mi fai il piacere di spostare la macchina più in là, così non mi fanno la multa? Grazie". Sembra l'inizio di una barzelletta o di una candid camera? Beh, è quello che potrebbe succedere a chiunque domani se passa il principio della provocazione al delitto.
Qui si tratta di etica, vero, prima ancora che di diritto, ma non crediate che la politica del diritto (perché così si chiama un discorso di questo genere) non abbia ricadute sul cittadino comune. E' vero che la legge perfetta non esiste; se esistesse, ci risparmieremmo giudici, avvocati e boia; ma è anche vero che una legge (penale) può fare più o meno vittime e chi sostiene la giustificatezza di misure come quelle in discorso non sa o non considera che la loro applicazione comporta una riduzione della loro libertà personale. Lo ha espresso benissimo Oscar Giannino nell'articolo di poco sopra.
Lo stato punisce i colpevoli, non i cattivi; lo stato non può ergersi ad arbitro della probità dei suoi cittadini.