Ttip, anche Parigi chiede lo stop ai negoziati Berlino: negoziato fallito. La Francia: gli americani volevano lasciarci le briciole
Bruxelles, almeno a parole, continua a crederci. Ma il cammino del Ttip (Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti) è in salita. Dopo la marcia indietro della Germania, anche la Francia chiede l’arresto dei negoziati tra Ue e Usa.
«Non c’è più il sostegno politico a questi negoziati - dice il segretario di Stato al Commercio estero, Matthias Fekl -. La Francia ne chiede l’arresto». Secondo Fekl lo stop alla trattativa dell’Unione europea è legata al fatto che la trattativa appare troppo disequilibrata in favore degli Stati Uniti. «Gli americani - aggiunge - ci lasciano solo le briciole, non è un negoziato alla pari, le relazioni dovranno essere riprese più tardi su buone basi». «Occorre un colpo d’arresto chiaro e definitivo - dice ancora - a questi negoziati, per ripartire su buone basi».
Bruxelles però non si arrende. Il negoziato è «in una fase cruciale» in cui «la palla sta girando». E l’obiettivo resta quello di «chiudere entro fine anno», dice la Commissione europea, che prova a rassicurare dopo l’ennesimo tiro al bersaglio contro l’accordo di libero scambio tra Ue e Usa. Ieri era stato il ministro dell’economia tedesco, Sigmar Gabriel, a scagliare bordate contro l’accordo. Con le elezioni americane a novembre resta ancora meno tempo, e finora nessuno dei 33 capitoli dell’accordo è stato chiuso. Da qui le dichiarazioni di Gabriel che hanno irritato Bruxelles e «stupito» gli stessi industriali tedeschi, parlando di un «fallimento “de facto”» dei negoziati con gli Usa «anche se nessuno lo vuole ammettere veramente».
A metà luglio si era chiuso a Bruxelles il 14esimo round negoziale respingendo qualsiasi opzione di versione «light» nonostante il colpo della Brexit. L’obiettivo era avere i testi di tutti i capitoli per la fine dell’estate, con i nodi da risolvere - tariffe, agroalimentare e indicazioni geografiche, appalti pubblici, servizi finanziari, protezione degli investimenti, shale gas - pronti per essere affrontati a livello politico a settembre. «Abbastanza spesso le cose decisive avvengono nel round finale», ha infatti cercato di placare la polemica il portavoce della cancelliera Steffen Seibert, pur riconoscendo che Bruxelles e Washington sono in contrasto «su diverse importanti questioni». Il rush finale, aveva già messo in conto il capo negoziatore Ue Ignacio Garcia Bercero, sarebbe stato tra settembre e ottobre con gli incontri tra la commissaria al commercio Cecilia Malmstroem e la controparte americana Michael Froman, che si vedranno tra l’altro il 23 settembre in occasione di una riunione informale dei ministri del commercio dei 28 a Bratislava. Anche perché all’ultimo vertice Ue a fine giugno tutti i 28 avevano confermato alla Commissione il mandato per continuare a negoziare il Ttip.
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