Originariamente Scritto da
ABS
Il nocciolo di tutto sta nella contrapposizione tra calcio antico (quindi romantico, con le bandiere e tutto) e moderno (quindi giro di soldi enormemente maggiore con tutto ciò che ne consegue). È facile far notare la contraddizione ("sostenete Totti quale bandiera, eroe del vecchio tipo di calcio, però prende tanti soldi a quarant'anni, e ciò è possibile perché anche lui fa parte del circo moderno"). Però è un po' ingeneroso: può davvero Totti sottrarsi a questo meccanismo ormai dominante? Cioè, a meno di non essere matti, se sono disposti a darti 2,5 (non più 3,2) milioni te li prendi. (Poi tra parentesi ci sarebbe da dire che solo un anno e mezzo fa, all'epoca della Roma di Garcia da 85 punti, Totti obiettivamente era ancora un calciatore importante, in campo, anche se camminava, quindi il rinnovo era tecnicamente meno insensato di quanto diciamo, oggi).
È semplicemente vero, che male c'è ad ammetterlo, che un bipede romano e romanista da sette generazioni che va in trasferta pure in Bielorussia si senta più coinvolto e più tifoso di uno che va solo all'Olimpico tutte le domeniche e quest'ultimo lo sia più di uno che guarda le partite soltanto in TV, e magari neanche sempre. Secondo me andare allo stadio è bello per il coinvolgimento emotivo, lo sport è fatto anche molto dal pubblico berciante, dal folto contorno di passione popolare, pensare il contrario è qualcosa di raccapricciante (immaginate la finale di un mondiale giocata a porte chiuse, è semplicemente inconcepibile). Quindi, in questo, ritengo l'aspetto del "la partita si vede meglio/peggio" abbastanza irrilevante, visto che se voglio vedere delle partite calcisticamente interessanti sicuramente non me ne sciroppo ventordici della Roma di Garcia che non riusciva a creare una palla gol nemmeno contro i morti. Cioè, una volta che ne hai viste tre, quattro e hai appurato la totale inettitudine dell'uomo, basta. Se me le guardo tutte, se mi vedo Cesena-Roma anziché Real-Barcellona (le due partite erano in contemporanea l'anno scorso) lo faccio per tifo, non perché mi interessa il calcio, è evidente.
Tomlovin reputa, giustamente, centrale l'aspetto economico, considerando l'affermazione del calcio moderno come un qualcosa di ineluttabile dal quale non si torna indietro, e quindi bisogna razionalmente adeguarsi al modello economico vigente e sfruttarne tutte le pieghe al fine di ottenere i migliori risultati possibili, allargando il mercato, ecc. Ovvio che chi invece a questo modello si oppone (con ben poche chance di riuscita, diciamo) sia in forte dissenso con questo punto di vista. Il modello economico del calcio attuale prevede stadi più piccoli con biglietti sempre più cari e altre robe di contorno (ristoranti, negozi, ecc.) per spremere più soldi possibili a famigliuole dotate di grano, mentre tutti gli altri si guardano la partita da casa foraggiando Sky o Mediaset, supercoppe giocate in Culonia per allargare il bacino dei tifosi, ecc.; nel calcio "antico" lo spettacolo era dal vivo, i prezzi dei biglietti molto popolari, gli stadi giganteschi, l'aspetto campanilistico/identitario molto importante e funzionale al coinvolgimento, in TV non si poteva nemmeno vedere Napoli-Milan, decisiva per l'assegnazione dello scudetto. Personalmente preferisco avere l'opportunità di vedere eventi sportivi in tutta comodità da casa praticamente ogni giorno, quindi non mi dispiace nemmeno il tanto deprecato spezzatino (sì, bello, bellissimo Tutto il calcio, ma ormai i fuoriclasse Ciotti e Ameri sono sotto terra, e quindi). Però non è che non veda il fascino romantico insito nell'andare allo stadio a seguire la squadra del cuore e cose così.