Esame farsa di Suarez, indagati Paratici e i legali Juve: «Chiesero aiuto alla ministra De Micheli»
Esame farsa di Suarez, indagati Paratici e i legali Juve: «Chiesero aiuto alla ministra De Micheli»
di Fiorenza Sarzanini
04 dic 2020
Sospesi dall’attività per 8 mesi la rettrice di Perugia e i professori che esaminarono il calciatore del Barcellona. Nei guai i manager bianconeri
La Guardia di Finanza ha eseguito la sospensione dall’attività per 8 mesi della rettrice Giuliana Grego, del direttore Simone Olivieri e dei professori che esaminarono il calciatore —allora del Barcellona, oggi dell’Atletico Madrid — Luis Suarez. Secondo l’accusa, «è emerso che i contenuti della prova erano stati preventivamente comunicati allo stesso calciatore, giungendo a predeterminare l’esito ed il punteggio d’esame, per corrispondere alle richieste che erano state avanzate dalla Juventus, con la finalità di conseguire un positivo ritorno di immagine, tanto personale quanto per l’Università».
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Le accuse
I reati contestati sono «rivelazione del segreto d’ufficio finalizzata all’indebito profitto patrimoniale e plurime falsità ideologiche in atti pubblici». Sono indagati anche altissimi dirigenti della Juventus. Si tratta di Fabio Paratici, direttore dell’area tecnica, oltre allo storico legale bianconero Luigi Chiappero e alla collega Maria Turco. Paratici chiese aiuto alla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, che è stata interrogata e ha ammesso di aver procurato al manager suo amico d’infanzia il contatto di Bruno Frattasi, capo di Gabinetto del ministero dell’Interno. A quel punto, l’avvocato Chiappero ha parlato con il viceprefetto Antonella Di Nacci. Chiappero e Paratici, interrogati rispettivamente a settembre e a novembre, hanno reso false dichiarazioni al Pm.
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Scrive la procura di Perugia in una nota: «Dopo le perquisizioni e sequestri del 22 settembre 2020, le indagini — proseguite senza soluzione di continuità e nel rigoroso rispetto del principio di riservatezza — hanno significativamente corroborato il quadro probatorio che già si era delineato in ordine all’organizzazione, da parte degli indagati, nel corso di una sessione istituita ad personam, di un esame “farsa”, che ha consentito il rilascio dell’attestato di conoscenza della lingua italiana del tipo “B1” al noto calciatore uruguaiano Luis Alberto Suarez, requisito indispensabile per l’ottenimento della cittadinanza. In particolare, è emerso che i contenuti della prova erano stati preventivamente comunicati allo stesso calciatore, giungendo a predeterminare l’esito ed il punteggio d’esame, per corrispondere alle richieste che erano state avanzate dalla Juventus, con la finalità di conseguire un positivo ritorno di immagine, tanto personale quanto per l’Università».
Per l’esame si mosse anche il ds della Juventus Federico Cherubini e poi il manager Fabio Paratici
Il ruolo della Juventus
E ancora: «Gli accertamenti investigativi hanno consentito, altresì, di comprendere come, nei primi giorni del mese di settembre del 2020, la dirigenza del club torinese si fosse attivata, anche ai massimi livelli istituzionali, per “accelerare” il riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez, facendo, quindi, ipotizzare nuove ipotesi di reato a carico di soggetti diversi dagli appartenenti all’università, tuttora in corso di approfondimento. Condividendo le ipotesi accusatorie, il Giudice per le indagini preliminari ha disposto le misure cautelari avendo rilevato «il concreto ed attuale rischio che gli indagati, se non sottoposti ad idonea cautela, ripropongano condotte delittuose analoghe a quelle per le quali si procede, avendo mostrato di considerare l’istituzione di cui fanno parte e che rappresentano alla stregua di una res privata gestibile a proprio piacimento»