In attesa del closing, molti si interrogano e perdono la pazienza per una questione apparentemente banale: perché vecchia e nuova proprietà non hanno trovato un accordo per intervenire sul mercato e dare una mano a Montella? Domanda legittima, risposta complicata, incazzatura certa. Il fatto è che la Fininvest si fida dei “cinesi” ma non al punto di anticipare del grano e i “cinesi” si fidano di Galliani ma non al punto di fargli spendere il loro (grano). Risultato: mercato improvvisato.Fin qui le incazzature. Ma c’è altro. Siccome non avevo alcuna “bomba” di mercato da buttare sul piatto, mi sono permesso di fare un giro di telefonate “cinesi” per capirne di più in vista del closing. Questo è quello che sono riuscito a raccogliere (sempre per punti, che facciamo prima).
1) Chi lavora per far sì che entro il 3 marzo avvenga il closing garantisce che tutto sta filando liscio. Nella settimana dal 6 al 10 febbraio Fininvest potrà valutare l’arrivo dei quattrini necessari per completare l’operazione e convocherà l’assemblea.
2) I quattrini a meno di miracoli (che gli stessi “cinesi” escludono) non arriveranno dalla Cina per la solita questione autorizzazioni. I soldi partiranno da Hong Kong, transiteranno dal Lussemburgo e finiranno nelle casse di Fininvest.
3) Il “cambio” Cina-Hong Kong ha modificato l’assetto degli investitori pronti ad acquistare il Milan: l’80% è quello originario, il restante 20% è cambiato perché impossibilitato a esportare quattrini dalla Cina per la solita questione “permessi governativi”.
4) Fininvest conosce il nome degli investitori, così come li conoscono Fassone e Mirabelli. Il giorno del closing verranno “annunciati” anche per mere questioni legate ai regolamenti Figc.
5) Le cifre messe sul piatto dai cinesi sono le seguenti: 200 milioni già versati, 320 ancora da versare + 220 per coprire il “debito”. Totale 740 milioni a cui saranno sommati quelli della gestione 2016-2017 del club (circa 80).
6) Nel corso dell’attuale mercato, Fassone ha accordato tutti i movimenti tranne quello legato al nome di Orsolini (che comunque sarebbe rimasto in prestito all’Ascoli). Il motivo è legato al fatto che chi sta lavorando per organizzare il “futuro Milan” (lo stesso Fassone e Mirabelli) ragiona e parla con profili diversi e di fascia più alta.
7) A gennaio sarebbero potuti arrivare due giocatori “importanti”, ma Fininvest legittimamente e secondo l’assunto “se poi non si chiude, chi li mantiene?” ha rimandato le operazioni.
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A giugno Fassone e Mirabelli potranno disporre di più di cento milioni netti per sistemare la squadra, comprensivi del budget che era stato previsto per il mercato di gennaio.