"Il direttore di gara si è reso subito conto dell'errore commesso durante Milan-Spezia. E i giocatori l'hanno capito. Così, nonostante la tensione della partita, è emersa un'umanità che merita di essere sottolineata", così cita l'articolo di Condó.Un "atto di umanità", quindi. Mi viene in mente una gara. Quella alla quale si riferisce l'articolo in alto nella foto. Perugia-Roma 2-2 del 13 febbraio 2000.
In quella gara fu espulso Totti per aver messo la mano sul braccio dell'arbitro Borriello che lo stava ammonendo, perché ritardó a calciare una punizione dato che la barriera avversaria si era ripetutamente avvicinata.
Il braccio a fermare la mano che prendeva il cartellino. Perché un arbitro non si può toccare. Non si può sfiorare. Quando poi c'è di mezzo la Roma a malapena ci si può parlare.
Oggi, invece, dobbiamo subirci la beatificazione di Rebic che non mette le mani in faccia all'arbitro, ma gli tiene il volto tra le mani. Facendo un gesto di umanità. Umanità! Un gesto talmente caritatevole che la Gazzetta lo ha messo in prima pagina.
Siamo alla mistificazione della realtà.
La domanda sorge spontanea: e se ci fosse stato un giocatore della Roma al posto del milanista?
Ai posteri l'ardua sentenza!