Originariamente Scritto da
Hellvis
Montella spera nel mercato di gennaio, ma in società nessuna bandiera: Fassone pensa a interisti low-profile
Albertini, Costacurta e Maldini resteranno a fare quello che stanno facendo. Nessuno li ha chiamati prima e nessuno li chiamerà nemmeno adesso al Milan. Marco Fassone, per il momento soltanto un consulente del club rossonero, sta contattando infatti ex dipendenti dell’Inter sia per la parte sportiva che per l’ufficio marketing. Sarebbe stato rassicurante per tutto l’ambiente affidare un incarico ad almeno una delle bandiere che hanno fatto la storia recente, non sarà così per ora. Amen.
Le manovre di ricambio nelle stanze dei bottoni non devono interessare i puntelli alla squadra che in qualche modo andranno fissati già da gennaio. E’ ancora presto per scaldare la fantasia intorno a ipotesi importanti come quella di Verratti. Come sempre ripetiamo come non siano tanto i soldi o i nomi da inseguire nel costruire una squadra competitiva, quanto le idee. Verratti è indiscutibilmente una buona idea, quanto percorribile al momento non possiamo sapere. Quel che è certo è che sia il centrocampo a dover essere rinforzato già a gennaio, quando abitualmente si migliorano le “rose” prima che gli “undici”, ma a Montella serve un antico mediano di ruolo che sappia difendere e costruire con medesima perizia. E’ una priorità assoluta, inderogabile. In seconda battuta la necessità di un centrale forte, esperto, affidabile, il quale oltre a dirigere un reparto carente aiuti e sostenga la crescita di Romagnoli che costituisce assolutamente un patrimonio attuale e in prospettiva.
Nessun pregiudizio su Sosa e Pasalic. Semplicemente due scelte estive difficilmente comprensibili rispetto alle reali esigenze del campo, dettate dal solito low-cost. Siamo comunque curiosi di vedere e sapere se possono davvero dare una mano a questa squadra e se consentiranno persino di ridisegnare il modulo tattico (in cui Lapadula rischia di fare fatica). Ad essere fondamentale rimane comunque l’atteggiamento del collettivo che tra Torino e Napoli qualche confortante indicazione l’ha fornita, al di là dello spessore tecnico e dell’intermittenza nella lucidità e nella gamba. Bisogna augurarsi che a metà settembre i serbatoi della benzina siano stati riempiti, l’Udinese è meno vulnerabile di quanto sembri.
Massimo Moratti continua ad avere una sua visione personalissima delle cose del calcio, alcune (Recoba da Pallone d’oro) comiche, alcune (via Ronaldo per tenere Cuper) divertenti, altre decisamente sgradevoli come il suo modo di vivere la tribuna. Quando parla di Calciopoli però diventa insopportabile, perché non si tratta di una sua personale visione delle cose, ma la distorsione di una realtà che conosce bene. E che dovrebbe indurlo a tacere, non fosse che per pudore.