Crimson peak di Guillermo Del Toro.
Chi avrebbe mai pensato che Guillermo Del Toro potesse vincere il Leone d'oro alla mostra del cinema portando il suo pupazzone pesce antropomorfo preferito? Io no di certo.
Crimson Peak è carino. Ha il problema di impiegarci 50 minuti per introdurre la parte saliente del film. Parte saliente che, però, ha un evidente problema: impostare un thriller in cui il protagonista trova indizi, con un pizzico di soprannaturale, può essere interessante se lo spettatore non è a conoscenza di ciò che c'è sotto. Invece dopo pochi minuti dall'inizio del film è tutto lapalissiano. I fantasmi non sono una minaccia, bensì un aiuto, quindi non hanno senso alcuno le scene di gusto più horror. Si conosce il piano dei fratelli e ogni dettaglio quindi, quando la protagonista scopre una cosa qualsiasi, noi sbadigliamo visto che ne eravamo già venuti a conoscenza 20 minuti prima.
E allora quale è il senso di fare un "thriller" con la tensione riservata alla sola protagonista? Io non lo so.
Il film ha comunque quello stile visivo un po' esagerato e pieno di intagli che piace tanto a Del Toro e che è un piacere da vedere. Le attrici mi sono parse abbastanza brave, meno i personaggi maschili.
La storia m'è parsa familiare, probabilmente è simile a qualche horror Giapponese che al momento non riesco a richiamare alla memoria.
È ben girato, non c'è un'inquadratura o un movimento di camera che non sia interessante.
Resta l'amaro in bocca per la volontà di raccontare una storia due volte, prima allo spettatore e poi alla protagonista. Poi chiaro che uno dice "sì ma che noia, quante volte ho bisogno di vedere che le dà il the? L'ho capito ormai".