Grazie del tuo contributo.Per definire l'ultimo film di Tarantino si potrebbe tranquillamente citare l'iconica battuta di Fantozzi alla fine della proiezione della Corazzata Potiomkin.
Due ore e quaranta di nulla assoluto, una trama sostanzialmente impalpabile, un film arido di guizzi cinematografici, fatta esclusione delle intepretazioni magistrali di Pitt e Di Caprio "chettelodicoafare"... grande rammarico per la Robbie, bellissima e bravissima eppur messa a interpretare l'inutile ruolo di specchietto per le allodole.
Se la prolissità delle sceneggiature tarantiniane era qualcosa di scusabile lì dove a controbilanciare vi era sostanza, brillantezza e anche un pizzico di verve nei dialoghi, qui i minuti scorrono inesorabili mangiando minuti della nostra vita (e quindi, preziosi) in scene spesso superflue e inconsistenti.
Non bastano alcuni momenti indovinati (i flashback) e due belle sequenze in cui si rivede l'estro del grande regista a fare da contraltare i momenti noiosi e, forse, boriosi del film.
Seppure la fase del revisionismo storico è empaticamente accettabile in un momento di "stanca" per un regista ormai non più giovane e, più in generale, per il mondo del cinema, non così è la trovata autoriale di riciclare un'idea già adottata in passato.
Poche idee, tante chiacchiere.
Per me è no.