Gli esperimenti interattivi di Annapurna andrebbero sempre osservati con attenzione e curiosità, anche se - come in questo caso - possono talvolta rivelarsi narrativamente pretenziosi e poco intriganti a livello puramente ludico. Qui c'è un presupposto oscuro (con plot twist tiratissimo per i capelli) da sbrogliare dentro alla scatola cinese del loop temporale. Struttura punta e clicca ridotta all'osso da una location che più minimale non si potrebbe (tre stanze e un ripostiglio) e progressione basata sull'apprendimento in funzione di azioni/dialoghi. Sembra bello ma il vincolo story-driven prende presto il sopravvento sull'illusione di libertà nel modificare gli accadimenti all'interno di uno spazio-tempo molto ristretto, si finisce quindi per procedere verso un canovaccio di ripetizione lineare priva di grande spessore. Quantomeno dura il giusto e non fa rimpiangere il giro completo.