La retrocompatibilità totale avrebbe una duplice funzione, nostalgica da una parte (la possibilità di giocare a migliaia di titoli persi nel tempo, senza districarsi fra quattro diverse generazioni di console) e conservativa dall'altra (la riqualificazione e valorizzazione di un parco titoli venticinquennale). Basti pensare ai molteplici capolavoroni del passato ormai relegati alla memoria storica in quanto mai pubblicati sullo Store in veste emulativa o tantomeno remaster-remakizzati: Legend of Dragoon, Xenogears, Forbidden Siren 2, Dino Crisis, Project Zero... Non accendi PS5 e fai partire il primo Silent Hill, Crimson Butterfly o Digital Devil Saga per cercare lo sfoggio grafico, come se fossero uscite del 2020. Lo fai per (ri)scoprire delle pietre miliari che ancora oggi hanno tanto da appassionare in quanto a suggestioni, level design, direzioni artistiche, narrazioni. La retrocompatibilità totale sarebbe una scelta anticommerciale (che i soldi veri non si fanno certo col mercato dell'usato o il retrogaming in generale) ma risponderebbe a una promozione d'immagine consapevolmente diretta a cementificare la legacy nello zoccolo duro di videogiocatori playstation, per questo non ne sottovaluterei la portata e importanza. Comunque la mancata segnalazione nel comunicato ufficiale (al contrario della compatibilità PS4) mi sembra un segnale abbastanza chiaro, a meno che non vogliano mantenere il segreto per poi lanciare la bomba durante la presentazione ufficiale.