Sto proseguendo AC: Unity.

  • I milioni di bug che tutt'ora infestano il gioco (e l'ho preso due mesi fa, mica al day-one).
  • Gli stramaledetti Giacobini che infestano la mappa di gioco. Ok che era il periodo del Terrore, ma è seccante non poter girare per la mappa di gioco senza che qualcuno ti voglia ammazzare senza un valido motivo.
  • la mancanza di un tasto per correre normalmente. O fai Parkour o cammini. Scomodo.
  • Sarà una mia impressione, ma c'è da litigare con i comandi, peggio che con i capitoli precedenti della saga.
  • La quantità ENORME di roba da fare: anche lasciando perdere la roba in multi, c'è semplicemente TROPPA roba. E pensare che in AC II c'erano giusto da prendere le dannate piume!
  • I CHILOMETRI da fare, rigorosamente a PIEDI. Ezio girava a Roma in cavallo, almeno!
  • Le catacombe di Parigi. Inquietanti, ma interessanti aggiunte alla mappa.
  • I casi da risolvere. Fanno molto "Muder, she wrote", ma a me piacciono. Sarebbe figo se facessero un AC con solo i casi da risolvere.
  • Le fratture, specie quella dove si devono assassinare soldati crucchi tra i Panzerkampfwagen. Certo, farlo nei panni di un gianfransuà dell'epoca rivoluzionaria fa un po' strano... ma se mettevano un ubriacone irlandese plagiavano The Saboteur (che sia quello il motivo per cui non hanno ancora fatto un AC ambientato nella WWII?).
  • Il fatto che impersoniamo un giocatore dell'Elix. Ho sempre odiato il fatto che abbiano rotto la storia del presente, dopo la fine della saga di Desmond, era il filo conduttore che teneva insieme i vari episodi, così come non ho approvato l'idea di rendere AC una serie annuale. OK, per la saga di Auditore, ma per i capitoli successivi hanno fatto troppo casino. Dicono che con Syndicate abbiano corretto il tiro, vedremo...
  • D'Eon de Beaumont: avendo appena finito di vedere l'anime "Chevalier d'Eon", non ho fatto a meno di riconoscere il riferimento.
  • Napoleone: no, non ci sono serie animate con Bonaparte, ma è interessante vedere questo personaggio storico, come altri, dipingere l'enorme tela della Parigi rivoluzionaria.