Just as planned
La grandezza di questo gioco è il fatto che alcune scelte non influenzano la trama ma hanno effetto sul giocatore. Come quella del cap 4 che hai citato tu.
Mi aspettavo anche che alla fine ti affezionassi a Max. E' un personaggio studiato apposta. Come anche Chloe.
Sul cap 5 concordo. Un po' deludente.
Rigiocarlo serve solo a vedere alcune scene aggiuntive se si fanno alcune scelte. Soprattutto dopo la fine del cap 2.
Ma ai fini della trama non cambia niente.
A quanto ho sentito il quinto capitolo è un po' raffazzonato anche per questioni di big money, difatti la minor cura rispetto agli episodi precedenti si sente.
Comunque francamente tranne che in un paio di casi non condivido la critica alle scelte banali, sarà che tendo a pensare troppo alle conseguenze delle mie azioni anche nel quotidiano
Va beh, è un poveraccio. È uno di quelli che pensa che il cinema sia nato arte e non si preoccupa di sapere che proprio perché inglobava la recitazione, la fotografia, la pittura, subiva critiche ancora più pesanti del videogame alla sua nascita.
Poveraccio.
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si forse mi sono espresso male
ah ecco questo spiega molto cose, veramente un peccato anche se è uno dei pochi difetti che mi seento di dargli .
scusa ma
Ci sono giochi con altissimo valore artistico, sia contenutistico (Planescape Torment e The Talos Principle solo per citare i due esempi più lampanti), sia grafico (e qui gli esempi si sprecano, Limbo, tutti i giochi Amanita Design e Daedalic ecc...). Senza contare le colonne sonore che spesso sono scritte appositamente per il videogioco
Il finale corretto per gli autori è il tuo. Ma per un senso diverso più radicato sulla società americana e all'individualismo cinico che questa crea all'interno di una comunità. Ma non ne parlo qua. Anche perché tra poco arriverà qualcuno a scrivere che è solo un videogame e che non c'è nessun sottotesto sulla società americana e io dico cazzate.
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MEGA SPOILER ALERT
No. Quello è il finale buono che tutti scelgono ma se si segue le meccaniche narrative degli autori ad analizzare la comunità americana, il finale corretto è l'altro.
Non a caso tutta la sequenza del tuo finale, è di un ridicolo fuori misura sia per luoghi scelti che per stereotipi dei personaggi rimasti.
Volutamente il gioco ti porta a dire che l'altro finale distrugge contemporaneamente ciò che c'è di bene e ciò che c'è di male nella società per ricominciare. Il punto è che la scelta morale dovrebbe ricadere sulle due protagoniste ma volutamente non accade e se ne fregano, diventando loro stesse parte del cinico sistema di selezione dell'individuo americano che è degno di restare e scegliere per la vita o la morte degli altri. Rendendole cioè non diverse dagli stessi personaggi che loro selezionano di giustiziare.
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Ultima modifica di Harry_Lime; 07-06-16 alle 12:41
boh, secondo me vi fate troppe pippe!
Interessante questa interpretazione. Fin'ora pure io pensavo di aver scelto il finale sbagliato
Appena finito il gioco ho fatto qualche ricerca e ho visto alcune interviste agli autori ed ero arrivato alla conclusione che (CX non leggere)
Capisco però che possa essere definito quello "giusto" perché è quello emotivamente più forte. Oltre ad essere più lungo
Per rimpinguare le pippe mentali, potrebbe essere un limite dei giochi story driven in cui le scelte del giocatore spesso sono influenzate dalla narrazione che è decisa a monte. Ma questo è valido sia che si consideri il finale giusto quello lungo o quello breve
Infatti il finale va contestualizzato...anche io di primo acchito sarei propenso a definire "giusto" quello che CX non ha fatto, ma l'analisi di Harry in effetti dà una giusta chiave di lettura e sicuramente contribuisce a dare ulteriormente dei meriti a un gran bel gioco
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Playstation 4Pro, Nintendo Switch, Playstation 3, Playstation Vita, Playstation TV, Playstation Portable, Sega Dreamcast, Sega Saturn, Sony PSX, Sega Mega Drive, Mini SNES - PC: CPU Intel i5 2500K ,MoBo Asus , 4x2GB Corsair Vengeance DDR3 1600 Mhz , GeForce GTX 570 1280MB DDR5, SSD OCZ 60 GB, HD Maxtor SATA 320 GB 7200 rpm, Sound Blaster Extreme Gamer Fatal1ty 64 MB, sistema audio Creative 5.1 -
No, non hai capito: non sto dicendo che hai scritto una sarabanda di cazzate, anzi, è un'interpretazione valida e interessante
ma secondo me, va oltre a quello che gli autori ci volevano raccontare: a volte nelle cose più semplici, ci sono le verità più grandi
imho, è "solo" una storia, bella, coinvolgente, emozionante, ma con un finale "logico" per tutti quelli che sono gli avvenimenti
Anche, ma non solo. L'arte non è solo uno stile grafico fiorito o scrittura pretenziosa, può esserlo, ma c'è di più oltre al pippone metafisico o i lacrimoni. L'arte può far piangere e può far pensare, ma fa anche ridere, eccitare, ricordare, nonché percepire sentimenti altrui. Un lavoro d'arte è un lavoro di passione, è il calderone in cui i suoi creatori riversano esperienze di vita, passioni e ricordi perché possano condividerli con gli spettatori. Il videogioco permette questo? Se si, per me è perfettamente qualificabile come una forma d'arte.
Proprio ieri stavo scrivendo un pezzo su The Witcher, riflettendo sul fatto che sia un gioco est-europeo che ha raggiunto lo stato di AAA senza globalizzarsi. Partendo da buoni libri pulp, basati su fiabe e leggende polacche, hanno portato questo pezzo di cultura tutto loro nel mondo intero, senza annacquarlo o modificarlo. Più il franchise è cresciuto, più la loro specifica cultura lo ha influenzato, dalle interpretazioni locali delle fiabe classiche al folklore, dalle leggende della zona alla musica tradizionale. Blood and Wine ci da la loro visione dell'europa occidentale, più tradizionalmente fiabesca e colorata, hearts of stone ri-racconta la storia di Faust basandola sull'interpretazione polacca della leggenda. L'intero franchise è un concentrato di cultura locale, folklore, passioni personali e storie d'infanzia, portati in forma di videogioco con tanto tanto duro lavoro, per far assaggiare a noi, nel resto del mondo, una fettina delle loro tradizioni e dei loro sentimenti.
Se questo non giustifica il videogioco come forma d'arte, beh, non so cosa possa farlo.
sarà che da tempo ormai ho smesso di ragionare con i dettami base della società, giusto-sbagliato-buono-cattivo sono concetti astratti che in natura non esistono, certo esiste l'ordine e le leggi servono a preservarlo
L'arte non ha un significato, il significato ce può trovare ogni individuo che ne usufruisce (e questo comprende l'autore stesso, badate bene), ma è una cosa che esula dall'arte in quanto tale.
Ognuno può trovare il significato che preferisce in una storia e non deve essere necessariamente quello che hanno pensato gli autori perché una storia è una storia, non è un saggio di filosofia.