[Crime] Voci dalla menzogna - Il caso Gennara Cavezzone [Crime] Voci dalla menzogna - Il caso Gennara Cavezzone

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Discussione: [Crime] Voci dalla menzogna - Il caso Gennara Cavezzone

  1. #1
    Senior Member L'avatar di Stefansen
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    [Crime] Voci dalla menzogna - Il caso Gennara Cavezzone



    Puntata 1: La scomparsa
    Domenica 3 Settembre 2025, Vercelli. E’ apparentemente una domenica passata in famiglia come tante per la famiglia Cavezzone, padre rappresentate di cosmetici, madre casalinga, Gennara la figlia maggiore sedicenne, Letizia la minore, di soli tredici anni. Una domenica come tante, almeno fin quando amichetti di Gennara citofonano a casa Cavezzone, zona Porta Milano, quartiere ovest della città, per chiedere a Gennara di uscire. Ragazza puntigliosa, per bene, senza troppi grilli per la testa, Gennara, per tutti Genny, ottiene il permesso dai genitori. Sono le 15, le viene chiesto di rientrare non oltre le 20, per cena.
    Quando però, attese oltre le 21, di Gennara non v’è traccia, a papà Massimo e mamma Margherita iniziano gli spaventi. Chiamate di rito ai genitori degli amici noti, ma la maggior parte di loro non sa, non era della compagnia quel giorno, nessuno si sbilancia. L’unica che dà una testimonianza importante è Sandra G. una delle amiche del cuore di Genny. La compagnia di amici, più o meno coetanei tra loro, era formata da una decina d’elementi, non tutti noti né a lei né a Gennara. Giunti in Piazza Amedeo, il gruppetto avrebbe fatto la conoscenza di Giacomo Cianrulli e Rodolfo Del Piffero, due ventenni che, per fare gli spavaldi, avrebbero proposto alla comitiva una gita nelle campagne nel sud vercellese con le proprie auto. Sandra e Genny, in un primo momento avrebbero rifiutato, ma poi Genny si sarebbe lasciata convincere. Alle 17:30 le strade di Sandra e Gennara si sarebbero divise. La prima ancora a camminare per le vie del centro, la seconda con i due ventenni, e altri due sedicenni della compagnia, una ragazza e un ragazzo.
    Apprese le novità i coniugi si dirigono immediatamente alla locale caserma dei Carabinieri per sporgere denuncia. Il cellulare di Genny viene localizzato, ancora acceso, nei pressi della zona industriale di Carengo, 3 km a sud di Vercelli.
    Circostanze che lasciavano presagire qualcosa di sinistro

  2. #2
    Lavora Troppo L'avatar di Ceccazzo
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    Re: [Crime] Voci dalla menzogna - Il caso Gennara Cavezzone

    STEFANSEN NAZZI RACCONTA

  3. #3
    Il contegno L'avatar di Biocane
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    Re: [Crime] Voci dalla menzogna - Il caso Gennara Cavezzone

    Come fai a fidarti di un cianrulli e sopratutto di un rodolfo del piffero?

  4. #4

    Re: [Crime] Voci dalla menzogna - Il caso Gennara Cavezzone

    EPISODIO 1 – La scomparsa

    Domenica 3 settembre 2025. Vercelli. Una città di provincia come tante, dove la vita sembra scorrere lenta, prevedibile. Dove le domeniche sono domeniche di famiglia, silenziose, ripetitive. È così anche per i Cavezzone. Massimo, il padre, rappresentante di cosmetici. Margherita, la madre, casalinga. Due figlie: Gennara, sedici anni — per tutti semplicemente Genny — e Letizia, tredici.
    Quella domenica, nel quartiere di Porta Milano, zona ovest della città, tutto sembra andare secondo copione. Pranzo in famiglia, qualche chiacchiera, poi il citofono suona. Sono amici di Genny. Vogliono uscire, fare un giro. Lei, una ragazza tranquilla, precisa, senza grilli per la testa, chiede il permesso. I genitori acconsentono, ma con una condizione: rientrare per cena. Al massimo alle otto.
    Ma alle otto, Genny non c’è. Alle otto e mezza, ancora nulla. Alle nove, il panico comincia a insinuarsi.
    Massimo e Margherita cominciano a telefonare. Amici, compagni di scuola, genitori. Ma la risposta è sempre la stessa: “No, oggi non c’era, non l’ho vista.”
    Solo una persona racconta qualcosa di utile. Si chiama Sandra G., è una delle amiche più strette di Genny.
    Sandra parla di un pomeriggio in compagnia: dieci ragazzi, forse undici, alcuni noti, altri meno. Verso le 17, in Piazza Amedeo, incontrano due ventenni: Giacomo Cianrulli e Rodolfo Del Piffero. Nomi che, almeno in città, iniziano a circolare.
    I due si fanno notare. Spavaldi, rumorosi. Offrono un passaggio, una “gita” — così la chiamano — nelle campagne, a sud di Vercelli. Un'idea improvvisa, forse stupida, sicuramente pericolosa. Genny e Sandra inizialmente rifiutano. Poi però — e questo è un dettaglio importante — Genny cambia idea. Forse per curiosità. Forse per non sembrare la “solita brava ragazza”.
    Alle 17:30 le due si separano. Sandra resta in centro. Genny sale in macchina con Giacomo, Rodolfo, e altri due sedicenni — un ragazzo e una ragazza.
    Da quel momento in poi, nessuno la vede più.
    Massimo e Margherita vanno alla caserma dei Carabinieri. Sporgono denuncia. Il cellulare di Genny è ancora acceso. Viene localizzato nella zona industriale di Carengo, un’area a sud della città, dove i capannoni si alternano a campi abbandonati. Un posto dove non si va per caso.
    E mentre il cielo sopra Vercelli si fa più scuro, comincia a prendere forma l’ipotesi che nessuno voleva pronunciare.
    Qualcosa è successo. Qualcosa di serio. Forse di irreparabile.

    EPISODIO 2 – Le campagne e il silenzio

    Il lunedì mattina, 4 settembre 2025, la città di Vercelli si sveglia sotto un cielo pesante. Nella zona industriale di Carengo, la luce filtra appena tra i capannoni dismessi. Intorno: erba alta, silenzio, e una strana immobilità. Il cellulare di Genny ha smesso di trasmettere segnali nella notte. Le autorità sono sul posto. I genitori aspettano, seduti in una sala spoglia della caserma.
    Nel frattempo, i Carabinieri iniziano a muoversi. Cercano i due ventenni — Giacomo Cianrulli e Rodolfo Del Piffero — i ragazzi visti per ultimi con Genny. Li trovano. Non scappano. Non sembrano nemmeno particolarmente preoccupati. Giacomo, capelli corti, sguardo basso. Rodolfo, più loquace, quasi strafottente. Raccontano una versione simile: Genny voleva tornare a casa, l'hanno accompagnata vicino alla fermata dell’autobus. “Verso le sette,” dicono. “Poi non sappiamo.”
    Ma c’è qualcosa che non torna.
    Una testimonianza anonima arriva nel pomeriggio. Un uomo — un operaio in turno serale — dice di aver visto una Fiat Punto grigia imboccare un sentiero sterrato nella campagna, proprio nei pressi di Carengo, intorno alle 18.30. A bordo, secondo lui, c’erano cinque giovani. Ma a tornare indietro, mezz’ora dopo, erano solo in tre.
    Inizia la perlustrazione dell’area. Squadre di ricerca, cani molecolari, droni. Vengono trovati indumenti — una felpa viola, uno zaino nero con una toppa di un gruppo musicale. La madre di Genny li riconosce. Sono i suoi.
    Il sospetto si fa concreto.
    Genny non si è allontanata. Genny non è tornata a casa.
    E qualcuno sta mentendo.


    EPISODIO 3 – Il corpo, le bugie e il silenzio che resta

    Martedì 5 settembre. Il corpo viene ritrovato alle prime luci dell’alba. In un fosso prosciugato, a circa un chilometro dal punto dove era stato localizzato il telefono. Non ci sono dubbi: è Genny.
    Indossa ancora i jeans chiari del pomeriggio. Il volto tumefatto. I segni sul collo raccontano una storia che nessuno avrebbe voluto ascoltare. La scientifica lavora a lungo. C’è un dettaglio, piccolo ma importante: nella tasca posteriore, un biglietto del bus mai usato.
    I genitori, informati in caserma, non parlano. Massimo resta in piedi. Margherita si accascia.
    Il cerchio intorno ai quattro ragazzi — Giacomo, Rodolfo e i due sedicenni — si stringe. I due minori vengono interrogati con la presenza del tutore. Dopo ore di silenzi, la ragazza crolla. Racconta quello che è successo.
    Genny non voleva andare oltre. Aveva chiesto di essere riaccompagnata. I due ventenni avevano insistito, deriso, provocato. Avevano bevuto. Rodolfo si sarebbe fatto insistente, poi aggressivo. Una lite, un urlo, un pugno. Nessuno ha fermato niente. Nessuno ha chiamato aiuto. Genny è stata strattonata, spinta, poi — secondo la ricostruzione — soffocata.
    Il suo corpo sarebbe rimasto per ore nel bagagliaio della Fiat Punto. Poi lasciato nel fosso. Come se fosse un peso da scaricare.
    Giacomo e Rodolfo vengono arrestati. I due minori, accusati di omessa denuncia e favoreggiamento, vengono affidati a una comunità.
    Ma il danno è fatto.
    In città, il silenzio è totale. Nessuno parla. Nessuno guarda più in faccia gli altri.
    Le famiglie si chiudono. Le finestre si abbassano. Porta Milano, quartiere ovest, non è più un posto normale.
    E Genny?
    Genny è una domenica sbagliata, un permesso dato con leggerezza, una fiducia tradita.
    Una ragazza normale.
    Finita in un vortice di noia, di vuoto, di ragazzi che volevano sentirsi grandi a ogni costo.
    E oggi, resta solo la memoria. Un mazzo di fiori sotto un albero incolto. Un cartello scritto a mano:
    "Ciao Genny. Scusa se non ti abbiamo protetta."

  5. #5
    Il contegno L'avatar di Biocane
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    Re: [Crime] Voci dalla menzogna - Il caso Gennara Cavezzone

    Il biglietto del bus mai usato che c’entra? Poi omessa denuncia è favoreggiamento per cosa? Digli alll’ia che come romanziera fa schifo al cessò e che non può di certo competere con stefansen

  6. #6
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    Re: [Crime] Voci dalla menzogna - Il caso Gennara Cavezzone

    Aaahh... la matta brutta fuori di testa con delle calze improponibili? No...non è quella... dall'immagine iniziale pareva.


    Poi "NON VOLEVA ANDARE OLTRE" in che senso?

    E l'auto? Passano sono in 5 ed al ritorno in 3.

    La neo-cadavere ed il killer è rimasto lì a tirarsi i rasponi per un paio di ore? non ho capito

    (Dio me ne scampi ma fosse successo ad una mia nipote gli avrei staccato la testa a quelle due teste di cazzo... altro che comunità. Dietro la porta mi trovavano...)
    Ultima modifica di KymyA; 31-07-25 alle 17:19
    DISCLAIMER: Questo post non invita a commettere reati ne tantomeno ad infrangere la legge (degli uomini o Divina). Quanto scritto può essere parzialmente o totalmente falso o frutto della fantasia (malata) dell'autore. L'autore non si assume responsabilità per quanto scritto, suggerito o sottointeso da questo post.

  7. #7
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    Re: [Crime] Voci dalla menzogna - Il caso Gennara Cavezzone

    Puntata 2: I due sospetti
    I due ventenni, Giacomo Cianrulli e Rodolfo Del Piffero vengono immediatamente posti in stato di fermo. Tanto più che il primo, seppur giovane, ha già un paio di precedenti penali: rissa aggravata nel mondo ultras vercellese, e possesso di marijuana. Il secondo invece ha un profilo impeccabile: è figlio di uno stimato pompiere oltre che un diligente studente universitario.
    I due però danno versioni contrastanti che insospettiscono i Carabinieri.
    Per il Cianrulli la gita nelle campagne vercellesi, fatta con l’auto di Del Piffero, si sarebbe conclusa attorno le ore 20, facendo scendere i tre sedicenni nel parcheggio dell’Ospedale Sant’Andrea, zona sud della città. Dall’ospedale a casa di Genny sarebbe circa 1 km a piedi. Chissà che le può essere successo in quel tragitto, si lascia scappare il sospettato.
    Rodolfo Del Piffero conferma sì la gita con la propria auto, una Golf, nelle campagne affianco agli argini del fiume Sesia, ma la versione fornita è ben più inquietante. Secondo il Del Piffero quest’ultimo avrebbe tentato un approccio, acconsentito, con Daniela, l’altra sedicenne del gruppetto, mentre il Cianrulli si sarebbe appartato con Gennara in un luogo non visto. Luogo dal quale, una mezz’oretta dopo sarebbe tornato solo il Cianrulli, visibilmente irritato, e affermante che la Genny, offesasi, se ne sarebbe incamminata via da sola. Rimasti in quattro, Cianrulli, Del Piffero, Daniela e l’altro sedicenne di nome a loro non noto, il gruppo avrebbe atteso ancora un’oretta all’aria aperta e poi alle 20 sarebbe ritornato in centro a Vercelli.
    Ma come, avete lasciato una ragazzina da sola nelle campagne vercellesi? Il racconto non convince i magistrati, e Cianrulli e Del Piffero vengono mandati in carcere per possibili implicazioni in scomparsa di minore.
    Nel frattempo vengono rintracciati i due sedicenni, Daniela, ragazzina di Torino e in quei giorni a Vercelli con i genitori a trovare i nonni, e Gabrielino. Ma è quest’ultimo a dare un pugno mediatico all’indagine: Gabrielino è Gabrielino Gueringueretto, secondogenito del senatore Ugo Gueringueretto.
    Se Daniela è impassibile, e, tra mille contraddizioni, prima conferma la versione del Cianrulli, tutti e tre riaccompagnati a Vercelli, Gabrielino piange, si dispera, e poi ammette: Genny è stata uccisa nelle campagne a ridosso del fiume Sesia. L’assassino? Uno dei due ventenni, probabilmente il Cianrulli che s’era appartato con la Genny, ma lui non ricorda, era rimasto da solo in auto. I due “grandi”, sconvolti, si sarebbero poi messi d’accordo per tornare sul luogo del delitto e nascondere il cadavere. Il cellulare di Gennara poi sarebbe stato lanciato dall’auto sulla via del ritorno in località Carengo. Gabrielino e Daniela sarebbero poi stati minacciati qualora avessero detto qualcosa di quella brutta e sventurata giornata.

  8. #8
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    Re: [Crime] Voci dalla menzogna - Il caso Gennara Cavezzone

    Ma chi è che si mette a leggere sto muro di testo

  9. #9
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    Re: [Crime] Voci dalla menzogna - Il caso Gennara Cavezzone

    Ed al tg nulla.rompono con la storia di mamma e compagna che hanno ucciso il figlio, fatto a pezzi e bidonato con la calce.

    Dei Maschilicidi non se ne parla, vero?
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  10. #10
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    Re: [Crime] Voci dalla menzogna - Il caso Gennara Cavezzone

    Puntata 3: Il terzo attore
    Ma c’è qualcosa che non torna nella versione di Gabrielino Gueringueretto. Dice che il cellulare di Genny fu lanciato in corsa dall’auto da uno dei due ventenni. Eppure questo, ritrovato già a poche ore dalla scomparsa, non presenta segni di danneggiamento. Inoltre a Carengo, un benzinaio, riferisce di aver visto attorno alle ore 20 una Golf ferma con a bordo 3 / 4 persone, tutte giovani. Un ragazzino che maneggiava un cellulare e lo faceva vedere agli altri due. L’interloquire lasciava intendere complicità, non certo uno stato di minaccia di una parte verso l’altra. Dopo un po’ l’auto era ripartita, e proprio in quella zona era stato ritrovato il cellulare di Gennara più tardi.
    Agli inquirenti sorge un dubbio: che Gabrielino fosse qualcosa in più di un semplice testimone involontario da minacciare col silenzio?
    Venuti a conoscenza del coinvolgimento di Gabrielino, se il Cianrulli non si schioda dalla sua versione iniziale, chiudendosi in un mutismo protettivo, Rodolfo Del Piffero si toglie un peso. Sì, Gennara Cavezzone l’hanno uccisa loro. O meglio Gennara è stata uccisa da Giacomo Cianrulli e dal piccolo Gabrielino. Mentre il Del Piffero si sarebbe appartato con Daniela, il Cianrulli avrebbe fatto lo stesso con Genny. Al rifiuto di quest’ultima, il Cianrulli si sarebbe alterato, l’avrebbe picchiata, e poi per umiliarla ulteriormente avrebbe coinvolto Gabrielino, sin lì sempre in disparte, suggerendogli di molestare lui Genny e poi di picchiarla anche. Ad uccidere materialmente Gennara infatti sarebbe stato proprio Gabrielino, sferrandole un colpo con un palo d’acciaio recuperato per caso dal bagagliaio del Del Piffero. I due ventenni, spaventati, avrebbero poi occultato il cadavere a ridosso dell’argine del fiume Sesia. Rodolfo Del Piffero non avrebbe parlato subito perché spaventato dalla potente famiglia di Gabrielino, cosa che quest’ultimo avrebbe subito sbandierato come arma protettiva. A conferma della complicità attiva di Gabrielino il fatto che fosse stato lui stesso a proporsi di controllare il cellulare di Gennara cancellandone eventuali messaggi compromettenti.
    Mercoledì 6 Settembre, a tre giorni di distanza dalla scomparsa, il cadavere di Gennara Cavezzone viene ritrovato a pochi metri dall’argine del fiume Sesia, nelle campagne a 6 km a sud di Vercelli.

  11. #11
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    Re: [Crime] Voci dalla menzogna - Il caso Gennara Cavezzone

    5 settembre 2025

    Facciamo in tempo ad evitare questa strage
    DISCLAIMER: Questo post non invita a commettere reati ne tantomeno ad infrangere la legge (degli uomini o Divina). Quanto scritto può essere parzialmente o totalmente falso o frutto della fantasia (malata) dell'autore. L'autore non si assume responsabilità per quanto scritto, suggerito o sottointeso da questo post.

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