orologio: una storia italiana orologio: una storia italiana

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Discussione: orologio: una storia italiana

  1. #1
    Senior Member L'avatar di Lurge
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    orologio: una storia italiana

    Il titolo è provvisorio ma credo che... sia arrivato il momento di fare un film sul nostro decatleta scalatore..
    basta con le sole storie americane ,pazzi inglesi che battono record olimpici..
    la sceneggiatura è quasi pronta vanno aggiunti fatti che solo orolo sa, come attore ho pensato a lui..

    bisogna trovare tramite casting un attore bambino che interpreta orologio scugnizzo..
    flashback sparsi e colpi di scena...


  2. #2
    Senior Member L'avatar di medioman.
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    Re: orologio: una storia italiana

    Orologio non aveva un nome. Era un soprannome, affibbiato dai suoi coetanei nell'orfanotrofio per via del ticchettio che accompagnava le sue lunghe corse. Era il suono di un piccolo orologio da tasca, un vecchio cimelio di famiglia, unica eredità della sua infanzia.

    Da bambino, la sua unica forma di evasione era correre. Correva per sfuggire alla dura realtà dell'orfanotrofio, per liberare la mente dalle angherie dei bulli e per sognare un mondo lontano dalle mura grigie della sua infanzia. Le sue corse lo portavano su sentieri impervi, dove si allenava in segreto, sviluppando una resistenza e una forza sovrumane.

    Crescendo, la passione si trasformò in ossessione. Abbandonò gli studi e si dedicò interamente all'allenamento, diventando un corridore estremo. La montagna era il suo regno, la fatica la sua compagna, e la solitudine il suo stile di vita.

    La sua fama crebbe rapidamente, alimentata da vittorie incredibili in alcune delle gare più difficili al mondo. I media lo battezzarono Orologio, non solo per il ticchettio del suo orologio, ma anche per la sua precisione e la sua instancabile capacità di mantenere un ritmo costante. La sua vita era un'altalena tra la solitudine degli allenamenti e il clamore del successo, un successo effimero e difficile da gestire.

    Tuttavia, l'ossessione per il successo lo spinse oltre i suoi limiti. Decise di partecipare alla "Corsa del Re", la gara più estrema e pericolosa del mondo, convinto che solo vincendo avrebbe potuto dimostrare il suo valore.

    La Corsa del Re si rivelò un viaggio all'inferno. Attraversò vette innevate, affrontò tempeste di neve e lottò contro la stanchezza estrema. Per la prima volta, l'orologio al suo polso non segnava il tempo, ma i battiti del suo cuore che si facevano sempre più deboli.

    L'ultimo tratto, una parete rocciosa a strapiombo sul vuoto, fu fatale. A pochi metri dalla cima, l'orologio si fermò. Non era il suo orologio, ma il suo cuore. Il corpo di Orologio crollò, scivolando nel vuoto, la sua vita spenta dalla corsa che doveva renderlo un eroe.

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