
Originariamente Scritto da
Bobo
Bon, mi è capitata sotto gli occhi l'ennesima storia di questo tipo
e boh, non capisco... ma sta gente era abituata a non fare un cazzo fino ad un minuto prima?
Io ho fatto il liceo... tra le ore di lezione e quelle di studio, bene o male un impegno 8-17 sui miei "doveri" ce l'avevo pure da ragazzetto.
All'università ero anche pendolare, quindi tra lezioni e viaggio volava via mezza giornata (con levatacce anche alle 4.45 del mattino) e poi c'era da ritagliarsi tempo ed energie per lo studio. Per carità, le lezioni non erano 6 giorni su 7 e c'era il mese di stop prima delle sessioni di esame, ma di tempo ed energie se ne andavano anche lì.
Il salto nel mondo del lavoro l'ho sentito anche io, intendiamoci... cmq l'impegno 5 giorni a settimana 9-18 + la vita da pendolare + lo studio (sono entrato in azienda tramite stage universitario, quindi mentre lavoravo studiavo per l'ultimo esame e preparavo la tesi) è stata una bella botta.
Ma non l'ho vissuta come OMG LA MIA VITA E' FINITA perchè cmq ero abituato a dedicare parecchie ore agli "obblighi" che la vita mi aveva messo sulla strada.
Io non sono manco uno di quelli super rigidi... le generazioni passano, cambiano le abitudini e le esigenze ed è giusto che i ragazzi lottino per ottenere condizioni migliori: è successo anche a noi, tutto sommato... non è che lavorassimo come i nostri nonni, per dire.
Però boh... piuttosto lottate sugli stipendi che sono una miseria e che oramai non permettono ad una famiglia di andare avanti in maniera dignitosa.
Ma spararsi per un orario 9-17 non lo so... ti sale un po il boomer che "eh ma i giovini di oggi non sanno cosa sia il sacrificio"
