Più di tutti però vale come esempio il Clinton marito, simpatico a tutti perché suonava il sassofono e intratteneva le stagiste. Fra una ricreazione e l’altra fu tra i coautori dell’ascesa dei Talebani a Kabul, della nascita di Al Qaeda, dello sviluppo del fondamentalismo islamico tra Africa e Medio Oriente, del congelamento di Saddam, del ritorno della guerra santa nei Balcani dopo 400 anni (in queste ore se ne torna a parlare), del bombardamento nel ’99 di Belgrado, prima capitale europea ad averne l’onore dal 1945. Fu lui a gestire il mondo per 8 anni come Presidente di una Superpotenza solitaria, orfana della Guerra Fredda e di nuovi nemici. Il meraviglioso mondo di pace in cui viviamo oggi lo dobbiamo anche a lui, ma pare che la Storia ogni tanto dimentichi se stessa…
Se il cognome e la provenienza ideologica sono una garanzia, Hillary Clinton quindi ha davvero grosse possibilità di diventare il 45° Presidente degli Stati Uniti d’America. Che l’uomo più importante del mondo sia una donna, farebbe pendant coi tempi che corrono in fondo…
Simpatie inspiegabili a parte è bene ricordare però chi sia Hillary Clinton, donna di potere già ai tempi del rurale Arkansas.
Segretario di Stato nel primo mandato Obama (a cui contese la candidatura presidenziale) si è distinta tra il 2009 e il 2013 per una serie di colpi di genio. Fu lei ad insistere per la guerra in Libia e l’eliminazione di Gheddafi nonostante (incredibile a dirsi!) il parere contrario del Pentagono. Fu lei ad insabbiare l’attentato all’ambasciata americana a Tripoli del 2012 per non intaccare la campagna del secondo mandato di Obama. È stata lei ad aizzare la Casa Bianca per ripetere le prodezze libiche in Siria, prima di lasciare il Dipartimento nel 2013. Ha avuto in mano la politica estera americana per almeno un lustro, senza contare gli anni dietro le quinte del secondo Obama e soprattutto quelli del marito Bill.
Dietro la corteccia dei diritti umani (o civili, a seconda...), sempre pronti a balzare fuori quando gli argomenti ristagnano, si nasconde un mix di cinismo e incompetenza reso inattaccabile dal suo essere donna liberal.