http://www.linkiesta.it/it/article/2...ra-tace/31397/
Se dall’inizio dell’anno fossero morte settanta persone per singoli attacchi terroristici, ma anche per meningite o intossicazioni alimentari, avremmo la legge marziale e presidi medici in strada a vaccinare a forza la gente e una valanga di spot contro l’incauto acquisto di cibo.
Ma le settanta donne ammazzate dagli ex da gennaio a oggi (forse 68, forse 72, i conteggi sono diversi) pesano molto meno delle vittime del terrorismo o dei virus. Pesano così poco che di loro non si occupa nessuno. O meglio, in dichiarazioni sempre più stanche, si occupano soltanto le parlamentari o la ministra preposta alle questioni “rosa”: la Boschi, la Carfagna, la Finocchiaro e giù per li rami fino alle titolari di Telefono Rosa o dei Centri Antiviolenza. Sembra un dibattito sulla Xilella, che interessa solo chi coltiva olivi e il responsabile dell'Agricoltura. Nel caso specifico, rabbrividiscono solo le amiche o le “vicine di genere” delle ammazzate, che per gli altri sono evidentemente questione marginale e poco interessante.
Si zampetta nell'acqua di rose per negare una realtà palese: l'Italia sta tornando indietro in molte cose, e nel rispetto delle donne, nel riconoscimento della loro libertà, più di tutte. E non è colpa solo di quelli che esibiscono bambole gonfiabili sui palchi ma anche degli altri, quelli che governano e trattano queste 70 cittadine morte tutte per lo stesso motivo come casi di ordinaria violenza privata, nulla che debba interessare più di tanto lo Stato, le istituzioni, la politica. Il prossimo passo sarà dire che chi uccide è un innamorato malato. Quello dopo, che lei se l'è cercata, e saremo così tornati trionfalmente alla preistoria del delitto d'onore e della pubblica indulgenza in nome dell'«odio et amo» di Catullo, o del «vis grata puellae» di Ovidio tante volte citati nei processi degli anni '60.