La Raggi me la farei a cane.
Però mi ricorda una ragazza all'università (a Padova insegnava ancora Galileo) che aveva la stessa felicità nelle movenze, la stessa sinuosa morigerata voglia di cazzo e gli stessi capelli lunghi neri lisci che attaccati alla sua figura davano un sinistro senso di unto. Come un incubo sponsorizzato da carapelli.
inviato dal Vahlalla col cellulare del mago Faramir