La storia di Stefanex

E arrivò il giorno. Il risentimento, lo sdegno, l'orrore per ciò che lo circondava lo assalì. Decise che coltivando l'edera sarebbe potuto risalire fin sulla cima dei pilastri del mondo, e vedere da lì con occhio nuovo tutto ciò che c'era. Dunque giunse alla cima, con l'ausilio di pratiche attrezzature raffinate nel suo garage dopo giorni di sudore e lavoro, deliziato dalla nenia del ronzio della sua sega circolare affilata (si racconta che si inimicò così un abitante di quei luoghi..un misterioso felino dal corpo di uomo, che fiero correva veloce curvando rapido per giungere alle sue prede...ma questa è un'altra storia..).
E fu là che accadde. Seppe. Seppe ogni cosa. Ogni cosa seppe di lassù.
Potè mettere mano al granitico sapere, e non contento, come acqua, si introdusse nelle crepe della realtà, esplorando gli anfratti più oscuri, aggirando gli angoli più acuti della complessa struttura che era il formicaio di informazioni che vibrava e palpitava sotto di lui.

Sintetizzò il sapere in pillole antiestetiche, ma colme di ciò che l'uomo s'illude di cercare di più, la Verità.

Quanto si sbagliavano tutti. Lui, che sapeva, vedeva dove nessuno osava posare lo sguardo...si accontentavano dei riflessi di tutto ciò..

Povere creature.