LA "CRUDELE PRATICA DELLA VIVISEZIONE"
Mi e’ stato segnalato questo post del ministro della Salute, On. Giulia Grillo, in cui si parla di “superare finalmente la crudele pratica della vivisezione, in linea con la scienza piu’ avanzata”.
Ritengo questa frase FUORVIANTE, perche’ usa il termine “vivisezione” per definire in modo inadeguato e scorretto la sperimentazione biomedica sugli animali, OFFENSIVA perche’ definisce “crudele” una attivita’ che migliaia di ricercatori compiono allo scopo di migliorare la salute (sia umana che degli animali), e scientificamente ASSURDA, in quanto non esistono al momento metodi alternativi validi che permettano di “superare” la sperimentazione sugli animali.
La distinzione fondamentale che aiuta un dialogo tra persone intelligenti a cui sta a cuore il benessere sia degli uomini che animali e' tra "animal rights" (gli animali hanno diritti uguali agli uomini) ed "animal welfare" (gli animali hanno diritto al maggior benessere possibile, ma non a scapito della salute umana).
Tutti gli scienziati che fanno sperimentazione animale sono sostenitori dell'animal welfare, e compiono ogni esperimento nel modo piu' indolore possibile. Per esempio, ogni esperimento e' valutato da un comitato (che comprende "non-scienziati") e viene condotto solo se criteri come la mancanza di alternative, l'uso minimo di animali, la riduzione del dolore e dello stress etc, sono tutti rispettati. Nessuno, e tantomeno i ricercatori, vuole far soffrire gli animali in modo gratuito e crudele, ed il solo pensare questa cosa e’ semplicemente demenziale. Usare il termine ”crudele” nel riferirsi a questo lavoro e’ falso, ingiusto ed offensivo.
Quello che una societa’ deve decidere e’ se la sperimentazione biomedica sugli animali e’ eticamente accettabile o no. Il modo ONESTO di porre la questione “etica” deve partire da due semplici constatazioni. La prima e’ che il 99% del progresso della medicina, che comprende l'introduzione di nuovi farmaci, vaccini, anestetici, tecniche chirurgiche, procedure diagnostiche, e via discorrendo, e' basato su ricerche in vivo. La seconda e’ che non esistono metodi alternativi di ricerca che permettano di ottenere gli stessi risultati della sperimentazione animale.
Se poi, basandosi su queste premesse, il 51% dei membri di una societa’ civile sostiene la tesi degli “animal rights”, secondo cui gli animali hanno gli stessi diritti degli uomini -- e che, quindi, in rispetto a questo principio, gli animali non possono mai e per nessun motivo essere utilizzati come cavie anche a costo di ritardare il progresso della scienza e della medicina – la logica conseguenza sara’ di abolire la sperimentazione animale. Ma bisogna partire dai fatti, altrimenti si compie una truffa intellettuale ai danni dei cittadini. E bisogna poi avere la coerenza intellettuale di proibire ogni allevamento a scopo commerciale, oltre a derattizzazioni, disinfestazioni, uso di insetticidi, etc.
Sappiamo tutti benissimo che i politici devono cercare il “consenso”. Ma questo non dovrebbe avvenire a scapito della verita’, dell'onesta' intellettuale e mancando di rispetto verso intere categorie di lavoratori.