Re: il thread di Conte Mao - la Divina Scuola delle 5 stelle dell'incantevole Vito Cl
ppassionato racconto di sé, perché le linee guida coincidono semplicemente con la sua biografia di "giornalista e attivista".
È l'uomo del momento. Farà la scissione dal M5S? Confessa pieno di emotività: "Ho dubbi enormi se rinfilarmi in politica, perché il mio Movimento ne ha bisogno, o se continuare a seguire la mia strada, che mi dà più soddisfazione personale". Dice: "Mi hanno dato del traditore perché non mi sono ricandidato e mettono in giro che vado in vacanza, qualunque cosa faccia sono sempre in un limbo. Ne parlo spesso con la mia compagna. Vivo una dicotomia a volte lacerante. Potevo fare il ministro, o entrare in una partecipata da 240mila euro all'anno, ma ho preferito uscire dal Palazzo".
Dibba è il figlio di questo tempo. Si capisce che vorrebbe fare tutto: il tribuno della plebe, il cronista dei diseredati nel mondo (cita spesso Terzani), il ministro. Infatti a un certo punto, parlando delle rotte dei migranti, tradisce rimpianto: "Mi piacerebbe raccontarle, perché controllarle è un'arma di ricatto geopolitico, ma penso anche che avrei potuto farlo parlando direttamente con Erdogan, o con un suo ministro degli Esteri". E invece scrive reportage per Il Fatto , e realizza documentari tv, "e se non fossi grillino i miei video sarebbero valorizzati meglio", si autocommisera con riferimento agli scarsi riconoscimenti della critica.
Appoggia le mani sulle tempie e racconta la sua vita. La tesi "durissima " sui formalisti russi al Dams, i primi articoli non pubblicati ("Ho sofferto tanto per quei rifiuti"), l'incontro con Gianroberto Casaleggio ("Parlami delle tue idee!, mi accolse"), il primo libro, Sicari a 5 euro, ("con cui ho guadagnato 850 euro, ora mi danno 20mila euro lorde invece "). E poi, come in un film, "soffrivo di attacchi di panico, sono un po' pasoliniano, mi piace infilarmi nelle zone più malfamate ed entrare in sintonia con la gente, è la cosa che mi riesce meglio". E racconta di quella volta in Sudamerica in autostop, in Guatemala "ci si lavava con l'acqua piovana e ho avuto il dengue, ho scaricato maiali, Crozza mi prende per il culo per quello, ma è la verità", e quella volta in Africa, e che avventura a Panama, "a Medellin riuscii a intervistare "El Puma", il capo dei killer". Partite col taccuino, dice ai ragazzi, "poi sarà l'alba a fare il programma". L'ultimo viaggio è stato nell'Iran "vittima di fake news, dove ho scritto i miei pezzi migliori, difficilmente attaccabili", e racconta di come ha girato il Paese "sui treni regionali".
Dopo un'ora esatta di questo inarrestabile flusso di coscienza, i ragazzi mostrano i primi segni di impazienza. E cominciano a fare domande. I suoi consigli da reporter: andare sul campo, viaggiare con i mezzi pubblici, "perché lì si annusa la polvere del mondo", sorridere alle persone, condividere il disagio, intervenire sulla relazione, frequentando mercati e cimiteri. Per un attimo ha una botta di umiltà: "Non voglio dare consigli stilistici, non sono Hemingway, l'articolo per me è sempre un parto, ne soffro". Di scatto si alza. Va in cerca di libri da consigliare, "ne ho tanti", assicura con civetteria, "anche se noi grillini veniamo descritti come ignoranti o trogloditi", ma poi non trova il saggio che ha letto sul Medio Oriente. Viene distratto dal figlio che reclama i biscotti. "Portane uno anche a mamma", gli dice.
E tutto è rappresentazione, Dibba e Sahra i Ferragni-Fedez della nostra politica. Difatti sussurra da attore: "Ho detto una bugia a Sahra sul ritorno dall'Iran, le dissi che avevo paura dell'aereo e invece volevo fare il viaggio di ritorno via terra, viaggiare è una droga, un investimento di felicità, a Istanbul, ho scritto il pezzo con vista sul Bosforo". Qual è la qualità di un giornalista? "Il coraggio delle proprie opinioni, la parzialità è onestà". Dice che bisogna studiare la storia, e vorrebbe citare in proposito Eduardo Galeano, ma s'inceppa sulla citazione, e la cerca su Google. Si è fatto tardi. "Devo anche cucinare", si scusa. E gli studenti? Una di loro scrive: "Lezione illuminante".