L*i scrive: "Ciao Glasco,

Mi chiamo (XXXXXXXXXX) e vorrei ringraziarti [va ringraziato il gruppo di j4s ndr] per aver postato lo schemino sull'identità di genere, includendo il fatto che non si tratti solo di femminile o maschile bensì di un ventaglio di variabili.
Io sono agender e purtroppo sono out con poche persone. Nel momento in cui feci coming out in uno spazio online che ritenevo safe, chiesi di utilizzare i pronomi they/them se si parla di o con me in inglese e di utilizzare gli asterischi a fine parola se si sta parlando di o con me per iscritto in italiano. (ie. bell*, brutt*, simpatic*, antipatic*, etc)
Ad oggi mi sembra una richiesta umana e civile. Nello stesso spazio online parlavo liberamente da tempo di una serie di problemi a livello di salute mentale che sto affrontando e, lo dico con orgoglio, superando. In tutta risposta mi arrivò un messaggio anonimo che non credo riuscirò a dimenticare in fretta, il messaggio era il seguente: "gli asterischi puoi anche usarli per andare a tagliarti".
Oltre che simpatic*, il cyberbuller deve essere stato anche scemo perché non vedo correlazione tra i due argomenti. Per la gioia di questa persona, presto compirò sei mesi liber* dall'autolesionismo.
In ogni caso, mi ha lasciato uno scossone e sono diventat* molto più caut* nel parlare della mia identità di genere. Naturalmente lo faccio liberamente con la mia fidanzata, con amici stretti ma anche con sconosciuti se so per certo che possono comprendere; detto questo, nella cosiddetta "vita reale"/di tutti i giorni non mi riesce così semplice.
In tutta onestà, vedere che persino in una pagina come la tua ci sono stati commenti che ridicolizzano l'identità di genere mi ferisce, ma non importa perché più se ne parla più la gente forse inizierà a capire.
Quindi grazie, davvero e profondamente per aver postato quell'immagine (e per il rispetto che porti quotidianamente riferendoti a tutt* noi in maniera neutrale). Grazie di cuore."