
Originariamente Scritto da
golem101
Il problema non č l'aspirante scrittore, o poeta, o canzoniere. Che sia un manoscritto miniato, un dattiloscritto con le cozziche delle tazzine e dei posacenere, o un file di testo che occupa meno dell'1% di una chiavetta USB presa al discount.
Il problema č l'atteggiamento. Gli anglofoni lo chiamano entitlement, in senso spregiativo. Io lo approssimo con sfoggio.
Non voglio sminuire il lavoro creativo, la fatica, la concentrazione, stare a pensarci anche mentre ci si lava i denti o si piega il bucato, lo spremersi per raffinare un'idea fino a trasporla in parole che hanno non solo un senso, ma che suscitano emozioni e spronano l'immaginazione del lettore. Magari č venuta fuori una merdata, ma con la stessa probabilitą ci si č anche messa l'anima.
L'insofferenza viene naturale quando ti trovi uno che ha scritto l'ennesimo clone di Barker o di Brooks o di Welsh o di Brizzi o della Aspesi (lista in calando, per i dubbiosi), se l'č stampato a sue spese in un softcover con la copertina di un colore a metą fra il beige e il piscio scuro, e si aspetta che all'annuncio trionfale seguano gemiti di ammirazione, femmine bagnate dabbasso, e interesse verso questo unico fiocco di neve speciale con il dono della narrazione. E ci si incazza pure quando non suscita interesse, le femmine si disseccano a vederlo, e gli sorge il sospetto di non essere speciale, nč unico, e magari neppure un fiocco di neve. E la qualifica di aspirante scrittore č d'improvviso sbagliata, e rimane solo quella di scribacchino demmerda.
Vien da pensare che non ha scritto perchč aveva una storia da raccontare o anche solo qualcosa da dire, ma perchč aveva bisogno di sentirsi al centro dell'attenzione, purchessia. E che invece che aspiranti scrittori, scrittori in erba, o creativi della comunicazione, siano banalissimamente delle attenzioneputtane.
Per cortesia, uscite di casa, girate a destra, imboccate la strada pił lunga e proseguite diritto finchč non arrivate affanculo.