Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah" Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"

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Discussione: Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"

  1. #1
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    Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"

    http://www.eurogamer.it/articles/201...uta-editoriale

    Il suicidio di Michele, l'illusione dell'american dream: perché la vita non è come un videogioco?

    di Stefano Silvestri Pubblicato 11/02/2017

    Ci pensavo da mesi, a questo editoriale, ma mi mancava la scintilla per iniziarlo. Un po' perché pezzi così non ne scrivevo dai tempi di The Games Machine, e un po' perché toccare certi argomenti significa aprire una parte di sé, una porta su di sé, a persone che non si conoscono.

    La scintilla è infine scoccata con l'ultima lettera di Michele, http://www.huffingtonpost.it/2017/02..._14634010.html il trentenne che qualche giorno fa s'è tolto la vita dopo un'esistenza di precariato. In essa c'è un passaggio che ho trovato indicativo: "Sono stufo di fare sforzi senza ottenere risultati". Ed è da qui che vorrei partire.

    Ho una figlia di otto anni e nel crescerla mi sto trovando di fronte agli inevitabili dilemmi di un genitore. Sta entrando in un'età in cui, come mostravano i Pink Floyd in The Wall, la società la sta incamminando verso quel tritacarne da cui uscirà l'impasto necessario a costruire i mattoni della società. E da cui, finora, sono sempre riuscito a fare un passo a lato.

    Lo farà dandole falsi messaggi, facendole credere cose che non saranno esattamente quelle. Ma io sono un adulto e l'ho già scoperto. Lei, che è una bambina, ci crede. E il dubbio è se lasciarglielo credere o meno. Se aspettare che scopra per conto suo che il mondo non è quello che le stanno insegnando, ma farle godere l'infanzia. O se dirle tutto e subito con schiettezza, con onestà. Per non sentirsi rinfacciare, un giorno, di averle mentito.

    Ho scelto la seconda strada. Le sto dicendo che deve studiare e andare bene a scuola perché così, forse, avrà una chance nella vita. Ma non è detto. Le sto dicendo che ormai chiedono la laurea per vendere scarpe nei centri commerciali e che dare il 100%, sempre e comunque, non comporta la certezza del successo. Vuol dire solo avere qualche chance in più.

    Quando in Piazza XXIV Maggio, nel centro di Milano, le mostro le file di senzatetto accampati sotto i porticati. Quando passando davanti a una mensa per i poveri le mostro le persone in fila per un pasto caldo, sempre più spesso borghesi decaduti, le faccio presente che quelli che vede lì non hanno necessariamente giocato male la loro carte. Possono essere stati solo degli sfortunati, come Michele, i cui sforzi non hanno ottenuto risultati.

    "Viviamo nel grande inganno dell'american dream, che ti dice che se t'impegni veramente nella vita ce la farai"
    La storia della mia famiglia, di mia nonna, che s'è dovuta reinventare una vita a quarant'anni, la madre e la figlia a carico, senza i soldi per mangiare, la nobiltà sepolta sotto le macerie della Seconda Guerra Mondiale, è lì a ricordarmi che non si deve mai abbassare la guardia. Che non si può mai dire.

    Ma viviamo nella società del grande inganno. Dell'american dream che ti dice che se t'impegni veramente nella vita ce la farai. E che di converso, se poi nella vita non ce l'hai fatta, beh, è perché non ti sei impegnato abbastanza. Una bugia che ha ucciso, sta uccidendo e ucciderà intere generazioni. Abbagliate da quei pochi che effettivamente ce l'hanno fatta, dimentiche di coloro che ci provano ogni giorno, tutta la vita, senza una possibilità di successo.

    Ci concentriamo solo su quello che vince il biglietto della lotteria, e facciamo finta che non esistano tutti gli altri che quel biglietto l'hanno comprato e hanno perso. Ricordiamo lo scrittore di successo e dimentichiamo Emilio Salgari, che sognava avventure meravigliose, mondi che sapeva non avrebbe visto mai.

    E allora vorrei che la vita fosse come i videogiochi, che avesse l'onestà dei Dark Souls. Un luogo dalle tinte crepuscolari, solo sporadicamente rischiarato dal sole. Ma almeno te lo dicono dall'inizio. Popolato di mostri, irto di pericoli. Ma anche questo lo capisci subito. Dove però nessun obiettivo è irraggiungibile, nessun problema insormontabile.

    Dove basta grindare per trasformare in possibile l'impossibile. Dove l'impegno e la dedizione conducono alla certezza del risultato, e pazienza se qualcuno vestito solo di stracci arriva prima di noi al boss finale. Ce la faremo anche noi, ci metteremo solo più tempo.

    Ma ormai lo sappiamo, il mondo non è così. Il mondo è un luogo misterioso dove anche i cavalieri protetti da armature invincibili possono essere sconfitti. Dove scudi possenti possono soccombere agli inaspettati affondi della vita. Dove, come dice Frankie Hi-Nrg, gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili.

    Questo insegnerò a mia figlia. Per evitare che come Michele possa subire il contraccolpo del reality check, l'urto col mondo che l'aspetta là fuori, e dal quale un giorno non potrò più proteggerla. Per farle capire che la vita non è un videogioco, anche se vorrei tanto che lo fosse.

  2. #2
    Mr.Cilindro
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    Re: Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"

    lungo sto giocando a baldur's gate 2

  3. #3
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    Re: Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"

    ma il ranking?


  4. #4
    La Nonna L'avatar di Lux !
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    Re: Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"

    Citazione Originariamente Scritto da Pierluigi Visualizza Messaggio
    ma il ranking?

    Citazione Originariamente Scritto da mattex Visualizza Messaggio
    Ci concentriamo solo su quello che vince il biglietto della lotteria, e facciamo finta che non esistano tutti gli altri che quel biglietto l'hanno comprato e hanno perso. Ricordiamo lo scrittore di successo e dimentichiamo Emilio Salgari, che sognava avventure meravigliose, mondi che sapeva non avrebbe visto mai.
    Tutto torna

  5. #5
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    Re: Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"


  6. #6
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    Re: Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"

    Nomina Salgari, è forse un caso?

  7. #7
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    Re: Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"

    ma la lettera del 30enne che si è suicidato l'avete lettah? http://www.huffingtonpost.it/2017/02..._14634010.html

    - - - Aggiornato - - -

    ma la lettera del 30enne che si è suicidato l'avete lettah? http://www.huffingtonpost.it/2017/02..._14634010.html

    La lettera d'addio di Michele, trentenne precario che si è tolto la vita. "Appartengo a una generazione perduta"

    Ho vissuto (male) per trent’anni, qualcuno dirà che è troppo poco. Quel qualcuno non è in grado di stabilire quali sono i limiti di sopportazione, perché sono soggettivi, non oggettivi.
    Ho cercato di essere una brava persona, ho commessi molti errori, ho fatto molti tentativi, ho cercato di darmi un senso e uno scopo usando le mie risorse, di fare del malessere un’arte.
    Ma le domande non finiscono mai, e io di sentirne sono stufo. E sono stufo anche di pormene. Sono stufo di fare sforzi senza ottenere risultati, stufo di critiche, stufo di colloqui di lavoro come grafico inutili, stufo di sprecare sentimenti e desideri per l’altro genere (che evidentemente non ha bisogno di me), stufo di invidiare, stufo di chiedermi cosa si prova a vincere, di dover giustificare la mia esistenza senza averla determinata, stufo di dover rispondere alle aspettative di tutti senza aver mai visto soddisfatte le mie, stufo di fare buon viso a pessima sorte, di fingere interesse, di illudermi, di essere preso in giro, di essere messo da parte e di sentirmi dire che la sensibilità è una grande qualità.
    Tutte balle. Se la sensibilità fosse davvero una grande qualità, sarebbe oggetto di ricerca. Non lo è mai stata e mai lo sarà, perché questa è la realtà sbagliata, è una dimensione dove conta la praticità che non premia i talenti, le alternative, sbeffeggia le ambizioni, insulta i sogni e qualunque cosa non si possa inquadrare nella cosiddetta normalità. Non la posso riconoscere come mia.
    Da questa realtà non si può pretendere niente. Non si può pretendere un lavoro, non si può pretendere di essere amati, non si possono pretendere riconoscimenti, non si può pretendere di pretendere la sicurezza, non si può pretendere un ambiente stabile.
    A quest’ultimo proposito, le cose per voi si metteranno talmente male che tra un po’ non potrete pretendere nemmeno cibo, elettricità o acqua corrente, ma ovviamente non è più un mio problema. Il futuro sarà un disastro a cui non voglio assistere, e nemmeno partecipare. Buona fortuna a chi se la sente di affrontarlo.
    Non è assolutamente questo il mondo che mi doveva essere consegnato, e nessuno mi può costringere a continuare a farne parte. È un incubo di problemi, privo di identità, privo di garanzie, privo di punti di riferimento, e privo ormai anche di prospettive.
    Non ci sono le condizioni per impormi, e io non ho i poteri o i mezzi per crearle. Non sono rappresentato da niente di ciò che vedo e non gli attribuisco nessun senso: io non c’entro nulla con tutto questo. Non posso passare la vita a combattere solo per sopravvivere, per avere lo spazio che sarebbe dovuto, o quello che spetta di diritto, cercando di cavare il meglio dal peggio che si sia mai visto per avere il minimo possibile. Io non me ne faccio niente del minimo, volevo il massimo, ma il massimo non è a mia disposizione.
    Di no come risposta non si vive, di no si muore, e non c’è mai stato posto qui per ciò che volevo, quindi in realtà, non sono mai esistito. Io non ho tradito, io mi sento tradito, da un’epoca che si permette di accantonarmi, invece di accogliermi come sarebbe suo dovere fare.
    Lo stato generale delle cose per me è inaccettabile, non intendo più farmene carico e penso che sia giusto che ogni tanto qualcuno ricordi a tutti che siamo liberi, che esiste l’alternativa al soffrire: smettere. Se vivere non può essere un piacere, allora non può nemmeno diventare un obbligo, e io l’ho dimostrato. Mi rendo conto di fare del male e di darvi un enorme dolore, ma la mia rabbia ormai è tale che se non faccio questo, finirà ancora peggio, e di altro odio non c’è davvero bisogno.
    Sono entrato in questo mondo da persona libera, e da persona libera ne sono uscito, perché non mi piaceva nemmeno un po’. Basta con le ipocrisie.
    Non mi faccio ricattare dal fatto che è l’unico possibile, io modello unico non funziona. Siete voi che fate i conti con me, non io con voi. Io sono un anticonformista, da sempre, e ho il diritto di dire ciò che penso, di fare la mia scelta, a qualsiasi costo. Non esiste niente che non si possa separare, la morte è solo lo strumento. Il libero arbitrio obbedisce all’individuo, non ai comodi degli altri.
    Io lo so che questa cosa vi sembra una follia, ma non lo è. È solo delusione. Mi è passata la voglia: non qui e non ora. Non posso imporre la mia essenza, ma la mia assenza si, e il nulla assoluto è sempre meglio di un tutto dove non puoi essere felice facendo il tuo destino.
    Perdonatemi, mamma e papà, se potete, ma ora sono di nuovo a casa. Sto bene.
    Dentro di me non c’era caos. Dentro di me c’era ordine. Questa generazione si vendica di un furto, il furto della felicità. Chiedo scusa a tutti i miei amici. Non odiatemi. Grazie per i bei momenti insieme, siete tutti migliori di me. Questo non è un insulto alle mie origini, ma un’accusa di alto tradimento.
    P.S. Complimenti al ministro Poletti. Lui sì che ci valorizza a noi stronzi.
    Ho resistito finché ho potuto.
    Michele

  8. #8
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    Re: Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"

    ma se c'è il topic apposito

  9. #9
    Bannato
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    Re: Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"

    Citazione Originariamente Scritto da Para Noir Visualizza Messaggio
    ma se c'è il topic apposito
    mi è sfuggito, comunque è l'editorialo di silvestri l'argomento principo

  10. #10
    Zeta81
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    Re: Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"

    Sarebbe stato più onesto se scriveva "Michele era uno che la voleva facile, probabilmente se non riusciva in un VG usava i cheat o disinstallava"

  11. #11
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di Altairp
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    Re: Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"

    Piratava anche I giochi secondo me

    Citazione Originariamente Scritto da Decay Visualizza Messaggio
    in just 4 spam c'è veramente tanto di quel materiale da farci un'intera annata di tesi sperimentali in psichiatria

  12. #12
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    Re: Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"

    Minchia che bello. comunque la lezione è chiara. Non suicidatevi, che tanto verrete solo presi per il culo o al massimo inseriti in un editoriale che verrà successivamente preso per il culo.

  13. #13
    ND
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    Re: Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"

    Minchia, che editoriale easy per iniziare con ottimismo la settimana


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  14. #14
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    Re: Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"

    Citazione Originariamente Scritto da Altairp Visualizza Messaggio
    Piratava anche I giochi secondo me
    non c'era una sezione apposita nell'antico GMC?
    se lasciati a se stessi i problemi tendono a risolversi da soli, se così non accade, allora è meglio lasciar perdere il tutto e passare ad altro.

    - gli ignoranti ignorano -

  15. #15
    Senior Member L'avatar di Bicio
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    Re: Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"

    cavolo sono appena le 8.30 di lunedì e già mi è venuta la tristezza infinita

    ma comunque ha ragione

    e i gggiovani invece di lottare per il diritto al lavoro fanno casino a Bologna per i TORNELLI alla biblioteca

    bisognerebbe fare i presidi sotto il parlamento fino a quando non fanno qualcosa e invece niente..e non riesco a capire perchè..perchè si è deciso di non lottare più per un mondo migliore..

  16. #16
    Predicatore Google L'avatar di Mdk
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    Re: Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"

    Citazione Originariamente Scritto da Bicio Visualizza Messaggio
    cavolo sono appena le 8.30 di lunedì e già mi è venuta la tristezza infinita

    ma comunque ha ragione

    e i gggiovani invece di lottare per il diritto al lavoro fanno casino a Bologna per i TORNELLI alla biblioteca

    bisognerebbe fare i presidi sotto il parlamento fino a quando non fanno qualcosa e invece niente..e non riesco a capire perchè..perchè si è deciso di non lottare più per un mondo migliore..
    La risposta è di una semplicità imbarazzante: tu cosa fai per un mondo migliore?
    Ecco, lo stesso fanno gli altri
    Gli altri siamo noi

  17. #17
    B1-66ER ¥€$ L'avatar di KymyA
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    Re: Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"

    Mi sembra ovvia la morale: "NON SUICIDATEVI, CHE SI MUORE!"
    DISCLAIMER: Questo post non invita a commettere reati ne tantomeno ad infrangere la legge (degli uomini o Divina). Quanto scritto può essere parzialmente o totalmente falso o frutto della fantasia (malata) dell'autore. L'autore non si assume responsabilità per quanto scritto, suggerito o sottointeso da questo post.

  18. #18
    A punto & a capo L'avatar di Napoleoga
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    Re: Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"

    Prenderlo per il culo mi sembra esagerato visto che la situazione di molti trentenni oggi è questa.
    http://www.lastampa.it/2017/02/13/ed...VM/pagina.html

  19. #19
    Senior Member L'avatar di hoffmann
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    Re: Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"

    Il punto é capire quale fosse la SUA situazione, non quella di molti trentenni.
    Perché, se é per questo, molti trentenni in questo istante stanno pure facendo la fame da qualche parte nel mondo o stanno marcendo su una sedia a rotelle.

  20. #20
    pm qui L'avatar di Absint
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    Re: Editoriale di Stefano Silvestri: "apparteniamo ad una generazione perdutah"

    Citazione Originariamente Scritto da sisonoio Visualizza Messaggio
    Minchia che bello. comunque la lezione è chiara. Non suicidatevi, che tanto verrete solo presi per il culo o al massimo inseriti in un editoriale che verrà successivamente preso per il culo.

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