è tornato Talenz :asd:
- - - Aggiornato - - -
quello caduto dal palazzo tentando di cagare dalla finestra? :rotfl:
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Diciamo che i ragazzi oggi hanno spesso l'istinto di conservazione di un dodo.
Altri hanno l'intelligenza di una zucchina.
Un mio collega mi ha raccontato un incidente nel quale uno studente ha perso un occhio.
- Lo studente A vuole far prendere un colpo allo studente B.
- Lo studente A prende il compasso e, mentre lo studente B guarda dall'altra parte, mette la punta di metallo a un centimetro dall'occhio del compagno.
- Lo studente A chiama lo studente B perché si giri :fag:
- Profit
Il tutto in due secondi netti davanti allo sguardo impotente dell'insegnante.
Porca troia di solito quello scherzo si fa con un dito... :facepalm:
Ovviamente denuncia per culpa in vigilando.
Poi ci sono anche casi come questo.
http://m.orizzontescuola.it/alunna-s...-euro-risarci/
Bimba chiede di andare in bagno. La bimba esce ma, una volta in bagno, un'altra bambina apre la porta e la colpisce in faccia. Trauma facciale e dentario.
Scuola e docente condannati.
Capisco la scuola, responsabile di non avere porte a norma. Ma il docente? Deve seguire in bagno ogni studente? E gli altri ragazzi? É responsabile anche se loro si prendono a mazzate in sua assenza?
Follia totale.
a come sarebbero delle porte del bagno a norma? :asd:
minchia come si sta sfogando hofmann, qua deve pagare 50 euri al fondo cassa tipo seduta dallo psicoh!
ma va là, che ci sarebbe da pagare per questo interessantissimo spaccato di ahemm, pura fiction...:caffe:
cmq lo stile narrativo è ottimo, ma il contenuto lascia a desiderare
per dire, nei corridoi della mia scuola potevi incrociare gente con il taser (quando ti andava bene)
per favorire la concentrazione durante le verifiche potevi fumare
gli orari di ingresso e di uscita erano una semplice indicazione
Per i contenuti sono invitati a collaborare tutti. :sisi:
Il titolo "A song of ice and fire" sta a indicare anche questo: una narrazione policentrica :sisi:
Io un'estate ho avuto a che fare con un bimbo all'apparenza normale. Poi però, mentre gli spiegavo le divisioni, ha messo una mano sul culo. Faceva finta di ascoltarmi e intanto si ravanava il buco del culo... Poi, con nonchalance, ha annusato la sua mano ed è andato a farsela leccare dal suo cane.
Ho fatto finta di niente perché mi pareva difficile anche solo affrontare l'argomento con lui o con sua madre :asd:
ma cosa cazzo :rotfl:
^^ quando ho letto "mentre gli spiegavo le divisioni, ha messo una mano sul culo" pensavo ti riferissi al tuo.
mioddio :uhoh:
per fortuna ho avuto solo studenti adulti, la più giovane aveva 20 anni..
Anni fa, durante un'estate in cui lavoravo con una cooperativa, capitò un bimbo un po' particolare. Aveva una di quelle malattie psicologiche che lo facevano reagire con violenza ad un qualsiasi minimo stress.
Era una specie di toro, tipo in quarta elementare ma 60 kg di peso. Lo chiameremo Marco.
Durante un gioco, lo vedo da lontano andare a tirare un pugno ad un altro bambino.
Separo Marco che era trattenuto a stento dalla giovane e leggera animatrice e domando "Perché?"
L'animatrice dice "è scattato, non so perché"
Mi rivolgo al bimbo "Perché?"
E il bimbo, rosso in viso dalla rabbia e trattenendosi mi dice "perché mi ha chiamato Marco!"
"Ma tu ti chiami Marco"
Giorni dopo, durante la mensa, a qualcuno cade un bicchiere di acqua e una goccia arriva a bagnarlo.
Si alza in piedi, prende il bimbo responsabile di tale sopruso e lo sbatte sul tavolo tipo le risse in prigione che si vedono nei telefilm. Appoggio la mia forchetta, salto uno dei tavoli della mensa in preda all'orrore puro urlando senza rendermene conto "oh ma che cazzo fai" lo afferro tipo presa di wrestling per impedire che cominci a tirare pugni, Marco continua a voler aggredire l'altro bimbo, lo trascino lontano a forza e a fatica lo calmo.
ha rabbia!!! ha i pugni nelle mani!!!
sbaglio oppure sei pure ben piazzato, necro?
Decisamente rabbioso, tanto che abbiamo dovuto pagare una persona solo per verificare non menasse a caso e senza motivo.
Un altro bimbo invece in terza elementare diceva al massimo poche parole. La madre lo portava letteralmente tirandolo per i capelli. Scene da far rabbrividire un qualsiasi benpensante. Gli hanno dato un rapporto 1:1 con una ragazza alta quanto lui a seguirlo. Oltre a morderla e tirare calci, di tanto in tanto si credeva Usain Bolt e faceva la corsa verso il cancello per saltarlo e andarsene. Quindi ogni tot ore c'era un bimbo che percorreva di corsa i 200 metri dall'atrio al cancello, un'animatrice che tentava inutilmente di raggiungerlo e io, che dal mio ruolo di compilacarte, mollavo tutto, correvo come un folle, superavo l'animatrice e prendevo il ragazzetto prima che saltasse il cancello e lo riportavo di peso in atrio mentre mi mordeva e tirava calci.
Molte persone pensano che Marco sia pazzo. (...) Lui invece ha avuto la sfortuna nera di nascere nel secolo sbagliato. Lui sarebbe stato bene come a casa su un antico campo di battaglia, a calare l'ascia sulla faccia di qualcuno. O in un anfiteatro romano, a battersi con la spada contro altri gladiatori come lui.
:asd:
Ok, l'ultimo aneddoto e vado a nanna.
Riguarda un ragazzo belloccio che chiamerò Beicapelli. Anche lui dei balcani :bua.
Beicapelli arriva in classe con mesi di ritardo perché è il solito pacco rifilato da altre scuole: anche lui è stato "riorientato".
Beicapelli per tutto l'anno non fa letteralmente una sega e si premura anche di rompere i coglioni ogni singolo istante che è in classe.
Dopo mesi e mesi di fegato amaro, si arriva alla fine di aprile e Beicapelli si rende conto che non ha la minima speranza di passare l'anno.
Che fare? La coordinatrice della classe è un tipo un po' particolare: ha sicuramente un cuore d'oro, ma è un po' tanto svampita.
Beicapelli comincia a chiederle di continuo di andare dallo psicologo della scuola per parlare. Lei abbocca, lo interroga, vuole capire. Lui allora le racconta una storia strappalacrime del padre che, di tanto in tanto, torna in Italia e instaura un clima di terrore e botte in casa che gli impedisce completamente di studiare (evidentemente lo choc gli impone anche di rompere i coglioni a scuola). Sarà vero?
La coordinatrice comunque ci crede e porta il ragazzo dalla Dirigente. Questa guarda perplessa il ragazzo e l'insegnante e fa notare che l'unica cosa che può fare è una segnalazione ai carabinieri; se il ragazzo è disposto a ripetere tutto davanti a loro. Beicapelli si ritrae.
La Dirigente comunque segnala la cosa per scaricarsi la coscienza. Vengono prese anche delle iniziative per attirare i genitori a scuola, ma questa è un'altra storia.
Beicapelli intanto continua a lavorare ai fianchi la coordinatrice, la quale inizia a mandarci email disperate nelle quali ci implora di fare il possibile per i voti di Beicapelli.
Un giorno Beicapelli, più mogio del solito, confessa alla coordinatrice che il padre è tornato e che il giorno precedente è stato un inferno; nessuno si è salvato: lui, la madre, la sorella e persino il gatto (wtf). Ha anche le prove: è riuscito a registrare tutto con il cellulare. Solo l'audio purtroppo. La coordinatrice ascolta e rimane sconvolta.
Caso vuole che quel pomeriggio stesso ci sia l'ultimo consiglio di classe prima degli scrutini. La coordinatrice ci riferisce gli ultimi terribili avvenimenti, ci implora ancora una volta di fare il possibile e, con un colpo di teatro, tira fuori la registrazione.
Cala il silenzio e l'audio parte.
Non c'è traccia del padre, di Beicapelli, della madre o della sorella: l'unica cosa che si sente è un povero gatto che si lamenta disperatamente mentre viene menato da qualcuno. Noi ci guardiamo basiti mentre ci chiediamo come mandare a cagare la coordinatrice senza che si offenda.
Quando l'audio si ferma è la professoressa di geografia a rompere il silenzio.
- Ma povera bestia...
Ci sarebbero decine di aneddoti sui bambini russi adottati, ma mi fanno un po' tristezza.
Dovete sapere che esiste una sindrome che amichevolmente chiameremo "del feto imbriago" causata dall'assunzione di alcool durante la gravidanza. Cosa che non pare preoccupare le madri russe che poi, lasciano i bimbi negli orfanotrofi.
I bambini hanno quindi tutta una serie di ritardi cognitivi, cui vanno poi aggiunti gli anni di orfanotrofio prima di essere adottati da genitori italiani e portati nelle nostre scuole.
Uno di questi bimbi abitava in un mondo tutto suo e parlava di sé in terza persona e quando veniva rimproverato, cominciava ad arrabbiarsi... Con se stesso. Violentemente, pure. Un giorno viene ripreso da una ragazza per aver lanciato una bottiglia di acqua. Il bambino comincia a parlare tra sé e sé, si rimprovera, diventa sempre più furioso, il volto vira verso il viola, l'animatrice è disperata, dice "dai non preoccuparti, calmati".
Il bimbo sembra stia per esplodere, sembra un piros di final fantasy, comincia a correre in una direzione e... Sbam, si lancia contro il muro e dà una testata.
:rotfl:
non c'è niente da ridere :uhoh:
gnè :P
No, infatti, sono fatti drammatici. E sono sempre di più.
E uno magari passa fuori dalle scuole e dice "guarda che calmo quel bimbo che gioca con il ramo infilandolo nella rete di recinzione della scuola, fare l'insegnante deve essere una pacchia, tre mesi di ferie l'anno" non sapendo che in realtà quel bimbo è in una sorta di schermata blu di errore di sistema e sta ripetendo quell'azione da 35 minuti.
Bhe vi capisco. In 4 superiore mandammo in analisi un professore. Giuro che ancora oggi mi sento a disagio pensando quel che ha subito quel poveraccio.
Oddio in realtà quell'istituto andava chiuso col napalm e noi dentro.
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P.s. la cosa del.prof che trombava la studentessa non mi farà dormire stanotte. Talenz vaffanculo
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da noi l'ambulanza veniva un giorno sì e l'altro pure, i carabinieri invece a giorni alterni :asd:
quando scoprirono un bagno decorato con mezzo litro di sangue, con la vittima ancora all'interno (mezza viva), ci hanno praticamente sequestrati