
Originariamente Scritto da
Borgo di Dio
Le maestre di alcuni dei miei figli, visto che abbiamo osato protestare perché facevano ben mezzora (minuti 30) di videolezione a settimana ogni due materie, quindi 15 minuti per materia a settimana, che per loro diventano una massacrante ora e mezza, avendo diviso la classe in tre gruppi, ci hanno risposto con una lettera piccata.
Punti principali: loro si stanno impegnando a fondo, non sono state formate per questa situazione (ma va'? Pensavo ci fosse il corso "Pandemia per maestre"), la videolezione è un di più che ci regalano (falso), perché lo strumento ufficiale di didattica è il registro elettronico. Ma che cos'è il registro elettronico? Nient'altro che una app in cui le maestre, fino a tre mesi fa, scrivevano i compiti da fare e le pagine da studiare, ovviamente però dopo averle spiegate in classe, perché un bambino delle elementari non è in grado di comprendere da solo che cosa è un avverbio di modo o un triangolo equilatero. Non lo era fino a gennaio e non lo è adesso, tranne che nelle loro testoline di cazzo, secondo le quali il sistema di insegnamento adesso sarebbe basato su loro che scrivono sul registro elettronico che cosa studiare, e i bambini che imparano da soli, come uno studente lavoratore all'università. Incluso in questo pacchetto scuola epidemico, un "regalo" di mezzora di italiano e storia (una maestra), mezzora di scienze e geografia (altra maestra), mezzora di inglese e matematica (terza maestra) a settimana; e noi rompicoglioni che osiamo lamentarci.
Ma il passo più bello dell'indignata lettera di risposta alle immotivate recriminazioni dei genitori è stato quello in cui, sostanzialmente, dicevano di non rompere le palle, perché loro avevano "votato" di lavorare così. Amaro, ma ho riso forte a quella parte della lettera, immaginando un lavoratore qualsiasi del privato, ma persino di buona parte del pubblico, che va con i colleghi dal suo datore di lavoro a dirgli che a causa covid 19 d'ora in poi come si lavora lo "votano" loro
