Tanto per dare un’idea, gli aumenti che tutti stanno sbandierando, sul mio cedolino si tradurranno in 52 euro e 79 centesimi netti mensili.
Da questi va detratta l’indennità di vacanza contrattuale, che va persa: sono 17 euro e qualcosa, quindi il netto scende a 35 euro in più al mese.
Non mi è ancora chiaro se venga perduto anche l’elemento perequativo, in tal caso bisogna scalare altri 15 euro netti.

In sostanza da giorni mi tocca sentire - e subire - dichiarazioni trionfali da politici e sindacati per un aumento netto mensile che andrà da un massimo di 35 euro a un minimo di 20 euro mensili netti.
Dopo 4 anni di vacanza contrattuale e con l’inflazione in doppia cifra.

È uno spettacolo degradante.