di cui faccio parte, secondo me svanirà abbastanza presto dai libri di Storia, mi sento (pacificamente eh, non sto compiangendomi) una generazione di passaggio, in cui le preoccupazioni sono state sempre "che lavoro fare dopo l'università che non c è niente", quando ora invece le questioni di chi ha vent'anni oggi stanno toccando i cardini stessi della società tardomedievale che ancora persisteva per sommi capi e che già dà segni di ridondanza fortissimi.
Spartiacque fondamentale internet e tutto quello che ne consegue, ma se l ho visto emergere e affermarsi significa solo che sono stato parte di un grande beta test che vede solo negli ultimi tempi i segni di una prima fase di maturazione (che ancora si sta raggiungendo, perché con internet ancora ci si interagisce con i bottoni delle tastiere o con i bottoni "invisibili" dei touchscreen)
Sostanzialmente, quella musica introspettiva e depressiva, è un manifesto di una gioventù che guardava all interiore perché all esterno stagnava tutto e sono i ventenni di oggi, ma soprattutto i futuri adolescenti (quelli che nascono e crescono con internet già diffuso) , che finalmente tornano a parlare di società e equilibri mondiali.
Detto tutto ciò, non nascondo di sentirmi fortunato, un angolino felice di precarietà che alla fine si risolve con una pastasciutta cucinata dalla nonna e un glovo pagato dalla impresa, e del mondo là fuori (materiale ma soprattutto digitale) posso ancora volendo dimenticarmene facilmente.