Visti nella pausa pasquale:
Static (Mark Romanek, 1985) - il giovane Ernie Blink sostiene di aver inventato un apparecchio in grado di mostrare immagini dal paradiso; quando lo mostra ad altra gente, però, nessun altro vede nulla a parte effetto neve. Ernie è distrutto dalla cosa, ma è convinto di essere nel giusto e non si arrende, e progetta un'azione ecltanate per attirare l'attenzione dell'intero paese su di sé.
Bizzarra opera prima a basso costo, abbastanza priva di senso: Romanek stesso (più noto per One hour photo con Robin Williams e come regista di videoclip) l'ha ripudiata. Ma in realtà non è un film spazzatura, è solo un po' amorfo e non si capisce dove voglia andare a parare. Nel cast ci sono Bob Gunton (il viscidissimo capo del carcere di Le ali della libertà) e Amanda Plummer (un po' un'icona del cinema indie americano, è stata Honey Bunny -la rapinatrice partner di Tim Roth- in Pulp Fiction). Direi 5/10
Namai (La casa) (Sharunas Bartas, 1997) - il tipico film a cui penso quando sento gente dirmi "2001 odissea nello spazio è il film più palloso della storia!". Oh, liberi di pensarla come si vuole, ma poi davanti a film come Namai (118 minuti di scene mute di gente che gira per casa senza scopo) cosa si dovrebbe dire? (Al netto delle donne nude, però ormai ci sono i porno per quelle). Comunque, Bartas è un po' un Tarkovski/Tarr lituano e va bene per chi apprezza quel cinema: belle inquadrature, niente dialoghi, sostanzialmente zero storia. Direi che vale 8/10 per i cineasti di stocazzo, 2/10 per tutti gli altri. A me non è spiaciuto.