sull'Omeopatia.

Muovendo da un articolo su ilgiornale.it

http://blog.ilgiornale.it/locati/201...ere-puntata-2/

Per concludere, vi lascio alla lettura di un significativo articolo di Attilio Speciani che ci spiega la differenza fra studio randomizzato – adatto a testare l’efficacia di un singolo farmaco – e studio osservazionale che prende in esame una terapia e gli effetti complessi che da essa derivano. Ci si riferisce a un diverso “paradigma”. Salute e malattia come condizioni “complesse” e non come il risultato dell’azione di un singolo farmaco.

sono finito qui


http://www.eurosalus.com/lotta-a-ome...rmai-e-di-moda

[...]
Si tratta di una lotta a qualsiasi possibilità terapeutica diversa da quella chimica e famacologica, una lotta di settore che si ripete ogni anno e che cerca di dare valore assoluto ad una unica forma terapeutica legata all'esclusivo mondo del farmaco.
[...]

La critica che possiamo porre è di tipo più generale, legata al fatto che da anni (i primi lavori in questo senso risalgono al 2004) si vorrebbe dare valore assoluto ai cosiddetti lavori randomizzati controllati e in doppio cieco che dovrebbero avere una valenza decisamente superiore a quella dei lavori invece osservazionale o di coorte. Si tratta di un concetto un po' troppo "medichese" che va meglio spiegato.

Se volessimo valutare la differenza fra un lavoro osservazionale e un lavoro randomizzato basterebbe dire che mentre i lavori randomizzati sono indicati per studiare un singolo effetto specifico e quindi ad esempio l'efficacia di un farmaco su un singolo aspetto, i lavori osservazionali sono invece studiati per poter definire la efficacia di una terapia generale in una situazione complessa, in cui siano considerati più aspetti.

Quando la statistica è contro il buonsenso

Se dovessimo valutare il fatto che un dito staccatosi dalla mano per un incidente possa venire riattaccato e la mano riprendere a funzionare, una analisi randomizzata e controllata in doppio cieco sarebbe impossibile, e la statistica ci direbbe che il fatto che la mano riprenda a funzionare (come giustamente ci dice e ci conferma un lavoro osservazionale) non ha alcuna significatività statistica. Eppure la mano riprende a funzionare nella maggior parte dei casi grazie ai progressi della scienza.

Lo studio osservazionale potrà invece dirmi che la mano riprende a funzionare e che quindi quella tecnica è efficace nel riattaccare un dito ad una mano. I due tipi di studio dovrebbero essere integrati tra di loro (come noi facciamo nella nostra pratica clinica) mentre il tipo di lotta che viene effettuato in questo momento è legato al tentativo di fare passare a livello mondiale che l'unico modo di poter considerare la realtà e di leggerla secondo quel protocollo di lettura adatto all'utilizzo del farmaco classico.


Ovviamente da questa chiave di lettura vengono escluse le terapie con minerali, vitamine, l'omeopatia e qualsiasi forma terapeutica che sia ad esempio legata alla riequilibrio delle funzioni generali di un organismo, legate cioè alla azione su una struttura complessa in cui la valutazione di efficacia deve essere fatta in modo più personalizzato senza per questo essere fuori dalla scienza.


Gli interessi economici in gioco sono troppo elevati, e passano al di sopra della testa dei malati, indifferenti ai loro bisogni.

[...]Siamo in una situazione in cui può essere preferibile usare segnali dolci per l'organismo, arrivando a "suggerire" alle cellule una modifica del metabolismo, attraverso i segnali delicati cui queste sono abituate, riducendo al minimo indispensabile i farmaci con un solo tipo di effetto, come grandi scienziati come Rita Levi Montalcini ci hanno insegnato a capire.


Anno dopo anno sappiamo che gli interessi commerciali continueranno a proporre, come è successo ora, le "normali" campagne anti uomo.
[...]




non ho capito un cazzo, nemmeno sull'esempio chiarificatore della mano.

Se nella stragrande maggioranza dei casi la mano riprende a funzionare ( peraltro se staccano un dito, il resto della mano perchè dovrebbe bloccarsi? ), perchè la statistica dovrebbe sostenere il contrario?

spiegatemi la menata sull'osservazione. In pratica è per dire, somministro sia il farmaco che il coso omeopatico. Se il tizio guarisce è merito dell'omeopatia?