La tragica, comica e risibile vicenda di Lapo Elkann almeno una cosa ce l’ha insegnata: l’élite finanziaria che governa il mondo e che gestisce univocamente la lotta di classe ai danni delle masse precarizzate e costrette a una condizione neoservile ha dichiarato guerra alla vecchia civiltà borghese. Da questo punto di vista, l’èlite neofeudale è, per sua essenza, postproletaria, postborghese e ultracapitalistica.
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Lapo è l’emblema dell’èlite postborghese e postproletaria: in lui si condensa in forma parossistica l’abbandono dei vecchi valori del mondo borghese, ciò che Hegel chiamava “eticità” (famiglia, professione stabile, diritti sociali, senso dello Stato, ecc.).
Lapo è postborghese, postproletario e ultracapitalistico: è l’apice dello sradicamento finanziario, giacché permanentemente all’estero (le sue malefatte avvengono puntualmente a Nuova York).
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