Il delirio femminista... Il delirio femminista... - Pagina 151

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Discussione: Il delirio femminista...

  1. #3001
    Senior Member L'avatar di Gilgamesh
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    Re: Il delirio femminista...

    Citazione Originariamente Scritto da Kraven VanHelsing Visualizza Messaggio
    Credevo fosse un fake... e invece, per i temerari, il testo integrale:




    C’è una storiella che si raccontava negli Stati Uniti durante la presidenza Obama. Narra di come, durante uno dei viaggi della coppia presidenziale in giro per gli stati del nord, Michelle e Barack si siano fermati a mangiare in un grosso fast food, cibo di cui colpevolmente il presidente, in barba alle campagne da lui stesso promosse per l’alimentazione corretta, andava in realtà ghiotto. A servirli venne il padrone in persona e Michelle riconobbe in quell’uomo un ex compagno di liceo con cui aveva avuto un flirt. Dopo una breve conversazione in cui i due si ricordarono scherzosamente a vicenda i trascorsi, la storiella vuole che Obama, rimasto solo con la moglie, abbia commentato dicendo: «pensa, se avessi sposato lui, oggi saresti la padrona di questo fast food». «Non credo. Se lo avessi sposato», replicò Michelle sorridendo, «oggi sarebbe lui il presidente».

    L’aneddoto, vero o falso che sia, ha una sua efficacia retorica e a raccontarmelo fu una donna tutta orgogliosa, suggerendomi di servirmene come esempio per spiegare l’empowerment femminile. Non ebbi il coraggio di dirle che piuttosto era vero il contrario: se c’è una cosa che questa storiella spiega bene è proprio il modo in cui nel sistema patriarcale le donne sostengono e rafforzano il potere degli uomini. Non a caso mi è tornata in mente quando Roberto Benigni, ritirando a Venezia il leone d’oro alla carriera, ha ringraziato la moglie Nicoletta Braschi nel suo discorso di accettazione. Al netto dell’entusiasmo coniugale di Roberto Benigni, della cui genuinità nessunə dubita, dal punto di vista della rappresentazione pubblica del rapporto uomo-donna le parole dell’attore riproducono un cliché secolare, quello della grande donna dietro al grande uomo, dove la parola che fa scattare il meccanismo tossico non è “grande”, ma “dietro”.

    Il mito della musa ispiratrice, creatura ultraterrena che nel segreto guida l’uomo alle imprese epiche, è uno dei fondamenti essenziali dell’immaginario del patriarcato. Il racconto della donna in ombra, che con la sua silente forza sostiene il percorso luminoso del suo compagno, è retto da due pilastri retorici che Benigni, certamente in buona fede, ai microfoni veneziani ha evocato alla perfezione. Il primo di questi dispositivi retorici si può sintetizzare nella frase «devo tutto a te». È molto frequente che gli uomini che raggiungono un traguardo personale affermino pubblicamente che senza la loro compagna non ci sarebbero mai arrivati. Sembra un riconoscimento, ma in realtà - specie in un contesto come quello cinematografico, dove le donne non hanno mai avuto le stesse possibilità di emergere dei loro colleghi o compagni - è la dimostrazione plastica della sua negazione. In un sistema dove le donne possono dare luce, ma mai avere luce, se non riflessa, «devo tutto a te» equivale a dire «mi sto intestando per intero quello che in un mondo equo avremmo dovuto dividere». Se accade una volta è romantico e ci si può anche commuovere. Se però accade tre volte al giorno in tutti gli ambiti di riconoscimento, diventa necessario chiedersi perché le donne siano sempre le persone ringraziate per i premi altrui e mai quelle che ringraziano per i propri. Il secondo meccanismo retorico di questa narrazione è conseguenza diretta del primo: è quello che racconta il genio femminile, o - per dirla con le parole di Benigni nel suo discorso - l’enigma della femminilità, che vuole che le donne siano creature che «hanno qualcosa che noi uomini non comprendiamo, un mistero senza fine».

    Il pregiudizio che le donne siano esseri alieni che procedono per vie incomprensibili, oltre ad apparentare gli uomini alla semplicità degli organismi unicellulari che evidentemente non sono, le porta in un empireo dove esse possono solo ispirare, mai agire. La storiella perfetta non è quindi quella in cui una donna straordinaria fa diventare presidente o premio Oscar qualunque uomo finisca per sposare. È quella in cui nessunə trova romantico vivere in un sistema dove una donna viene ringraziata per aver fatto raggiungere a un uomo traguardi che a lei sono negati.



    https://espresso.repubblica.it/opini...ie_-317613216/

    "le donne sono sempre le persone ringraziate per i premi altrui e mai quelle che ringraziano per i propri"

    Il Leone d'oro è stato vinto da una regista donna per un film sull'aborto

  2. #3002
    Senior Member L'avatar di Doomer Caesar
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    Re: Il delirio femminista...

    Ma la propensione femminile per la creazione di affermazioni insensate non potrebbe essere considerata una forma d'arte?

    Non so, tipo una sorta di Neo-Futurismo
    Ultima modifica di Doomer Caesar; 17-09-21 alle 16:54

  3. #3003
    Senior Member L'avatar di tigerwoods
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    Re: Il delirio femminista...

    Citazione Originariamente Scritto da Gilgamesh Visualizza Messaggio
    "le donne sono sempre le persone ringraziate per i premi altrui e mai quelle che ringraziano per i propri"

    Il Leone d'oro è stato vinto da una regista donna per un film sull'aborto
    rotfl


    che nervoso la gente che apre bocca (scrive) cose a caso, quanti byte e entropia sprecata

  4. #3004
    #mainagioia L'avatar di von right
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    Re: Il delirio femminista...

    Vabbè la murgia
    L'ultimo fail con cecilia
    Mr Pink, Guerriero da tastiera !!! Profilo su steam.

    Lista chiavi Steam

    Problemi con l'inutile svapo o altri? La soluzione è qui.

    Citazione Originariamente Scritto da Moloch Visualizza Messaggio
    ai grillini è più facile metterglielo in culo che in testa

  5. #3005
    Senior Member L'avatar di Lolliker
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    Re: Il delirio femminista...

    Citazione Originariamente Scritto da Kraven VanHelsing Visualizza Messaggio
    Credevo fosse un fake... e invece, per i temerari, il testo integrale:




    C’è una storiella che si raccontava negli Stati Uniti durante la presidenza Obama. Narra di come, durante uno dei viaggi della coppia presidenziale in giro per gli stati del nord, Michelle e Barack si siano fermati a mangiare in un grosso fast food, cibo di cui colpevolmente il presidente, in barba alle campagne da lui stesso promosse per l’alimentazione corretta, andava in realtà ghiotto. A servirli venne il padrone in persona e Michelle riconobbe in quell’uomo un ex compagno di liceo con cui aveva avuto un flirt. Dopo una breve conversazione in cui i due si ricordarono scherzosamente a vicenda i trascorsi, la storiella vuole che Obama, rimasto solo con la moglie, abbia commentato dicendo: «pensa, se avessi sposato lui, oggi saresti la padrona di questo fast food». «Non credo. Se lo avessi sposato», replicò Michelle sorridendo, «oggi sarebbe lui il presidente».

    L’aneddoto, vero o falso che sia, ha una sua efficacia retorica e a raccontarmelo fu una donna tutta orgogliosa, suggerendomi di servirmene come esempio per spiegare l’empowerment femminile. Non ebbi il coraggio di dirle che piuttosto era vero il contrario: se c’è una cosa che questa storiella spiega bene è proprio il modo in cui nel sistema patriarcale le donne sostengono e rafforzano il potere degli uomini. Non a caso mi è tornata in mente quando Roberto Benigni, ritirando a Venezia il leone d’oro alla carriera, ha ringraziato la moglie Nicoletta Braschi nel suo discorso di accettazione. Al netto dell’entusiasmo coniugale di Roberto Benigni, della cui genuinità nessunə dubita, dal punto di vista della rappresentazione pubblica del rapporto uomo-donna le parole dell’attore riproducono un cliché secolare, quello della grande donna dietro al grande uomo, dove la parola che fa scattare il meccanismo tossico non è “grande”, ma “dietro”.

    Il mito della musa ispiratrice, creatura ultraterrena che nel segreto guida l’uomo alle imprese epiche, è uno dei fondamenti essenziali dell’immaginario del patriarcato. Il racconto della donna in ombra, che con la sua silente forza sostiene il percorso luminoso del suo compagno, è retto da due pilastri retorici che Benigni, certamente in buona fede, ai microfoni veneziani ha evocato alla perfezione. Il primo di questi dispositivi retorici si può sintetizzare nella frase «devo tutto a te». È molto frequente che gli uomini che raggiungono un traguardo personale affermino pubblicamente che senza la loro compagna non ci sarebbero mai arrivati. Sembra un riconoscimento, ma in realtà - specie in un contesto come quello cinematografico, dove le donne non hanno mai avuto le stesse possibilità di emergere dei loro colleghi o compagni - è la dimostrazione plastica della sua negazione. In un sistema dove le donne possono dare luce, ma mai avere luce, se non riflessa, «devo tutto a te» equivale a dire «mi sto intestando per intero quello che in un mondo equo avremmo dovuto dividere». Se accade una volta è romantico e ci si può anche commuovere. Se però accade tre volte al giorno in tutti gli ambiti di riconoscimento, diventa necessario chiedersi perché le donne siano sempre le persone ringraziate per i premi altrui e mai quelle che ringraziano per i propri. Il secondo meccanismo retorico di questa narrazione è conseguenza diretta del primo: è quello che racconta il genio femminile, o - per dirla con le parole di Benigni nel suo discorso - l’enigma della femminilità, che vuole che le donne siano creature che «hanno qualcosa che noi uomini non comprendiamo, un mistero senza fine».

    Il pregiudizio che le donne siano esseri alieni che procedono per vie incomprensibili, oltre ad apparentare gli uomini alla semplicità degli organismi unicellulari che evidentemente non sono, le porta in un empireo dove esse possono solo ispirare, mai agire. La storiella perfetta non è quindi quella in cui una donna straordinaria fa diventare presidente o premio Oscar qualunque uomo finisca per sposare. È quella in cui nessunə trova romantico vivere in un sistema dove una donna viene ringraziata per aver fatto raggiungere a un uomo traguardi che a lei sono negati.



    https://espresso.repubblica.it/opini...ie_-317613216/

    Se accade una volta è romantico e ci si può anche commuovere. Se però accade tre volte al giorno in tutti gli ambiti di riconoscimento, diventa necessario chiedersi perché le donne siano sempre le persone ringraziate per i premi altrui e mai quelle che ringraziano per i propri.
    Perchè è vero che esistono grandi donne, ed è vero anche che esistono arriviste, opportuniste, manipolatrici e in particolar modo egoiste.

  6. #3006
    Senior Member L'avatar di Arnald
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    Re: Il delirio femminista...

    Ogni volta che leggo qualcosa della Murgia mi viene da leggerlo con la voce di Geppy Cucciari.

  7. #3007
    Malmostoso L'avatar di Necronomicon
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    Re: Il delirio femminista...

    Ogni volta che leggo qualcosa della Murgia divento favorevole a una notte del giudizio come nei film della serie the purge.

  8. #3008
    Min. della Prostituzione L'avatar di alastor
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    Re: Il delirio femminista...

    in effetti potevano dare un premio alla braschi
    "miglior moglie di roberto benigni" tipo
    Ritenta, sarai più fortunato.

  9. #3009
    Malmostoso L'avatar di Necronomicon
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    Re: Il delirio femminista...

    Citazione Originariamente Scritto da alastor Visualizza Messaggio
    in effetti potevano dare un premio alla braschi
    "miglior moglie di roberto benigni" tipo
    Per forza, anche perché come attrice fa cagare quindi premi per quello pochi mi sa


  10. #3010
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    Re: Il delirio femminista...

    Citazione Originariamente Scritto da tigerwoods Visualizza Messaggio
    quello che se l'é sposata deve essere un bel cuck


    - - - Aggiornato - - -

    La Murgia è anche questa qui



  11. #3011
    ¯\_(ツ)_/¯ L'avatar di ZTL
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    Re: Il delirio femminista...

    nicoletta braschi
    Citazione Originariamente Scritto da Sinex/ Visualizza Messaggio
    ti stai già sborrando in mano e ti prepari con gli esercizi di apnea per uralre "VE L'AVEVO DETTOOOOO HAHAHAHAAH" mentre l'onda d'urto ti strappa le carni dalle ossa?

  12. #3012
    Senior Member L'avatar di xbrrzt
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    Re: Il delirio femminista...


  13. #3013
    14,545 L'avatar di Frigg
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    Re: Il delirio femminista...

    Citazione Originariamente Scritto da Zoro83 Visualizza Messaggio


    - - - Aggiornato - - -

    La Murgia è anche questa qui


    Delicatissima

  14. #3014

  15. #3015
    Senior Member L'avatar di Nightgaunt
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    Re: Il delirio femminista...

    I poveri mariti non li ringrazia nessuno invece.

  16. #3016
    il grinch L'avatar di ryohazuki84
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    Re: Il delirio femminista...

    Citazione Originariamente Scritto da Kraven VanHelsing Visualizza Messaggio
    Credevo fosse un fake... e invece, per i temerari, il testo integrale:




    C’è una storiella che si raccontava negli Stati Uniti durante la presidenza Obama. Narra di come, durante uno dei viaggi della coppia presidenziale in giro per gli stati del nord, Michelle e Barack si siano fermati a mangiare in un grosso fast food, cibo di cui colpevolmente il presidente, in barba alle campagne da lui stesso promosse per l’alimentazione corretta, andava in realtà ghiotto. A servirli venne il padrone in persona e Michelle riconobbe in quell’uomo un ex compagno di liceo con cui aveva avuto un flirt. Dopo una breve conversazione in cui i due si ricordarono scherzosamente a vicenda i trascorsi, la storiella vuole che Obama, rimasto solo con la moglie, abbia commentato dicendo: «pensa, se avessi sposato lui, oggi saresti la padrona di questo fast food». «Non credo. Se lo avessi sposato», replicò Michelle sorridendo, «oggi sarebbe lui il presidente».

    L’aneddoto, vero o falso che sia, ha una sua efficacia retorica e a raccontarmelo fu una donna tutta orgogliosa, suggerendomi di servirmene come esempio per spiegare l’empowerment femminile. Non ebbi il coraggio di dirle che piuttosto era vero il contrario: se c’è una cosa che questa storiella spiega bene è proprio il modo in cui nel sistema patriarcale le donne sostengono e rafforzano il potere degli uomini. Non a caso mi è tornata in mente quando Roberto Benigni, ritirando a Venezia il leone d’oro alla carriera, ha ringraziato la moglie Nicoletta Braschi nel suo discorso di accettazione. Al netto dell’entusiasmo coniugale di Roberto Benigni, della cui genuinità nessunə dubita, dal punto di vista della rappresentazione pubblica del rapporto uomo-donna le parole dell’attore riproducono un cliché secolare, quello della grande donna dietro al grande uomo, dove la parola che fa scattare il meccanismo tossico non è “grande”, ma “dietro”.

    Il mito della musa ispiratrice, creatura ultraterrena che nel segreto guida l’uomo alle imprese epiche, è uno dei fondamenti essenziali dell’immaginario del patriarcato. Il racconto della donna in ombra, che con la sua silente forza sostiene il percorso luminoso del suo compagno, è retto da due pilastri retorici che Benigni, certamente in buona fede, ai microfoni veneziani ha evocato alla perfezione. Il primo di questi dispositivi retorici si può sintetizzare nella frase «devo tutto a te». È molto frequente che gli uomini che raggiungono un traguardo personale affermino pubblicamente che senza la loro compagna non ci sarebbero mai arrivati. Sembra un riconoscimento, ma in realtà - specie in un contesto come quello cinematografico, dove le donne non hanno mai avuto le stesse possibilità di emergere dei loro colleghi o compagni - è la dimostrazione plastica della sua negazione. In un sistema dove le donne possono dare luce, ma mai avere luce, se non riflessa, «devo tutto a te» equivale a dire «mi sto intestando per intero quello che in un mondo equo avremmo dovuto dividere». Se accade una volta è romantico e ci si può anche commuovere. Se però accade tre volte al giorno in tutti gli ambiti di riconoscimento, diventa necessario chiedersi perché le donne siano sempre le persone ringraziate per i premi altrui e mai quelle che ringraziano per i propri. Il secondo meccanismo retorico di questa narrazione è conseguenza diretta del primo: è quello che racconta il genio femminile, o - per dirla con le parole di Benigni nel suo discorso - l’enigma della femminilità, che vuole che le donne siano creature che «hanno qualcosa che noi uomini non comprendiamo, un mistero senza fine».

    Il pregiudizio che le donne siano esseri alieni che procedono per vie incomprensibili, oltre ad apparentare gli uomini alla semplicità degli organismi unicellulari che evidentemente non sono, le porta in un empireo dove esse possono solo ispirare, mai agire. La storiella perfetta non è quindi quella in cui una donna straordinaria fa diventare presidente o premio Oscar qualunque uomo finisca per sposare. È quella in cui nessunə trova romantico vivere in un sistema dove una donna viene ringraziata per aver fatto raggiungere a un uomo traguardi che a lei sono negati.



    https://espresso.repubblica.it/opini...ie_-317613216/

    ho smesso di leggere dopo aver visto la e rovesciata
    Mi rendo disponibile ad essere insultato ai sensi dell'art. 1 del 29/3/2016 legge Salgari

    discord bar sport


    https://discord.gg/z9gYCaV

    chi entra è pregato di presentarsi o verrà espulso


  17. #3017
    Senior Member L'avatar di GenghisKhan
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    Re: Il delirio femminista...

    Citazione Originariamente Scritto da ryohazuki84 Visualizza Messaggio
    ho smesso di leggere dopo aver visto la e rovesciata
    Identico

  18. #3018

    Re: Il delirio femminista...

    lol hanno costruito un mostro illogico ed è tutto un farsi scacco matto a vicenda

  19. #3019
    Diversity Officer, He/She L'avatar di Fruttolo
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    Re: Il delirio femminista...

    23 top women in gaming, esports, and streaming who have broken through in a male-dominated industry

    https://www.businessinsider.com/top-...21-8?r=US&IR=T

    > streamer, known for streaming herself play "Fortnite" with a dedicated "girl squad."
    > una che paga influencer per pubblicizzare prodotti (una cosa difficilissima)
    > vendite e marketing (ma dai?)
    > social media manager, helped the organization launch limited edition merchandise with proceeds supporting LGBTQ+ related nonprofits and, most recently, organized a Women's Equality Day charity stream to raise money for WIGI and PAVE, two organizations supporting women in gaming and entertainment.
    "I think it's so important that we encourage women to get involved with the esports and gaming industry," Caudill told Insider. "Gaming is not something that is exclusive to males. It's something that is celebrated by everyone."
    Traduco "è importante incoraggiare le donne a farsi coinvolgere nel settore, che non deve essere esclusiva dei maschi, ci sono tante posizioni dove non fai un cazzo e ti pagano bene"
    > una che dal tradurre coreano non si sa come per anni l'hanno presa a fare strategic partnership, finita su Forbes come talent scout (ma uno non dovrebbe sfondarsi dalle risate)
    > n'altra che "giocava", firma accordi con aziende perché faccino bellino su cui segarsi, e poi finisce mettere in piedi instituzioni per promuovere meritocrazia e guadagnare su certificazioni per lavorare nell'esports
    > n'altra pagata per dire a qualcuno di fare video e shillare cose
    > global marketing manager
    > host come una Marika Fruscio a caso
    > legale di uno studio che ha come clienti streamer o altri famosi

    e bon mi fermo che ho da fare, comunque tutta roba core fondamentale per il gaming

  20. #3020
    La Nonna L'avatar di Lux !
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    Re: Il delirio femminista...


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