"Mamma cosa mi dicevi che era un film porno?”.
"Domanda bruciapelo di nostra figlia, 12 anni. Seconda media, scuola pubblica romana. Insegnanti con armi spuntate contro l’inarrestabile avanzata delle corazzate di Snapchat, whatsapp, Facebook, Instagram e altre Ferrari del mondo social: è girato un video porno durante la lezione, in classe".
"Ecco: con gli smartphone abbiamo messo delle Ferrari in mano ai nostri figli preadolescenti. L’altro giorno un padre mi raccontava che al figlio di terza elementare è stato girato un video porno da un compagno di classe: 8 anni. L’altro anno nostra figlia (prima media) era l’unica in classe a non avere un cellulare. I compagni l’hanno spappolata psicologicamente fino a che non abbiamo convenuto che era meglio fornirle un telefono, condividendo le regole di utilizzo e spiegandole in maniera serena ma puntuale i rischi (non farsi riprendere in situazioni che non le piacerebbe gli altri vedessero, non scrivere offese, etc)".
"Non possiamo tenere nostra figlia in una campana di vetro, ma davvero i mezzi social amplificano potentemente le (instabili) emozioni e pulsioni dei preadolescenti. Sono armi troppo potenti. Per carità molti di noi alla loro età parlavano di sesso, qualcuno lo praticava già, tanti si ingegnavano per sgattaiolare dal giornalaio compiacente, ma era tutto molto meno accessibile. Non veniva offerto sistematicamente trenta volte al giorno sul telefono personale".
"Oggi se non giri video o immagini porno nelle chat dei 40enni sei un bigotto, un rompiscatole. Ho amici che sono usciti dalla chat della squadra di calcio per questo motivo, contro le prese in giro dei compagni. Ma i nostri figli è impossibile che abbiano a quella età la stessa forza morale, perderebbero quella cosa cui un preadolescente non può rinunciare: la reputazione (reale o digitale che sia, ormai sono fuse)".
"Davvero vogliamo crescere dei ragazzi che si aspettano che le future compagne facciano prestazioni da pornostar e delle ragazze che se non eseguono le medesime hanno una reputazione da suora? E’ questo il modello che violentemente stiamo offrendo loro: essendo tutto accessibile e socialmente obbligatorio glielo stiamo imponendo".
"Gli altri genitori mi dicono ‘sono ragazzi. Non puoi fermare la tecnologia’. Fermarla no, ma regolarla sì. Per una volta possiamo essere lungimiranti e immaginare leggi che aiutino i genitori e le istituzioni a crescere le generazioni future? La Francia sta iniziando".
"Basterebbe imporre per legge ai vari social di mettere dei VERI parental control (quelli di oggi sono all’acqua di rose) che blocchino con un solo click almeno i video hard. O impedire giochi dove vengono adescati i nostri figli da adulti con finte utenze?".
"Se ci fosse anche solo un politico che proponesse leggi dure al riguardo… in Italia siamo 25 milioni di famiglie. Se si avesse la statura dei nostri padri costituzionalisti, oltre a un po’ di fermezza che va sopra gli interessi delle multinazionali del digitale, sarebbe un vero plebiscito".
"Figlia mia il porno è un mercato dove ci sono degli attori che fanno l’amore davanti a delle videocamere per guadagnarsi da vivere. Torna a studiare".
http://invececoncita.blogautore.repu...-C4-P1-S1.4-T1
(L'articolo è una cagatona, ma il titolo era divertente)