Stallo totale sull'Ilva, no alla Tav - dice Di Maio - perché è "un'opera superata". Non sono note le congetture di Di Maio su questa sua conclusione "tecnica", sono note invece le pulsioni anti-industria (e anti-scienza) del Movimento 5Stelle. Che un partito politico così giovane sia anche così en retromarche è un segno dei tempi e della cattiva istruzione di base del Paese. Non sanno di non sapere - come chiunque ami il sapere - e commettono errori colossali di cui presto pagheranno le conseguenze i contribuenti e un po' più tardi (quando il sogno sarà finito) anche loro in termini di consenso. Avere intuizioni politiche valide e poi fallire nella fase di governo per loro è un rischio concreto. E non si vedono segni di correzione di questa dimensione politica ai confini della realtà.
Hanno in mente un futuro dell'Italia senza acciaio - questo è il reale retro-pensiero - e evidentemente non sanno che le potenze industriali producono tutte acciaio. Pensano che le infrastrutture di Rete siano un problema e fa sorridere pensare che sono un partito nato nella Rete. Dovrebbero aggiornare il loro software ma hanno problemi con il download della conoscenza. Qualsiasi discorso alto con i pentastellati non funziona, il loro ruralismo cerebrale li conduce inevitabilmente alla semplificazione per cogliere il voto di masse deluse in cerca di una risposta che non arriva più dall'establishment autoreferenziale. Questa ricerca della soluzione à la carte si infrange di fronte alla realtà della loro proposta politica: l'unica "soluzione" è invariabilmente legata all'aumento della spesa pubblica, al prelievo del denaro dei contribuenti che lavorano, producono e pagano le tasse. La loro immaginazione è tale che pensano di redistribuire una ricchezza prodotta da sempre più pochi attingendo continuamente alle casse dello Stato con politiche che sono de facto contro la creazione di nuova impresa e nuova occupazione. La loro morbosa voglia di nazionalizzare ogni industria - soprattutto se in perdita cronica e bisognosa di una gestione competitiva - raggiunge nelle dichiarazioni del ministro dei Trasporti Toninelli livelli parossistici e surreali. La loro utopia è il reddito di cittadinanza che viene alimentato con il reddito decrescente degli altri. Se alle importanti misure di contrasto del disagio e della povertà non si associano politiche di sviluppo, il crash landing del loro volo sarà inevitabile. Tanti auguri.